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eruttiva stromboliana

Attività eruttiva stromboliana ed effusiva al Nuovo Cratere di Sud-Est, ripresa da Zafferana Etnea (24 aprile 2012). A destra, il campanile della chiesa madre Santa Maria della Provvidenza (foto di Marco Neri). Nella Primavera del 2012, gli episodi eruttivi a carattere esplosivo-stromboliano, anche violento, prodotti dall’Etna sono stati molteplici .

Durante situazioni di crisi o emergenza vulcanica le attività realizzate dall'Istituto, e in particolare quelle degli Osservatori vulcanologici, si intensificano. L'incremento delle attività e del personale coinvolto è funzione del livello di attività osservato o atteso al vulcano e segue le procedure e i protocolli in essere presso gli Osservatori e previsti dagli accordi vigenti con il Dipartimento della Protezione Civile nazionale (DPC) e le altre autorità di protezione civile regionali e territoriali.

In questi periodi particolari, le attività si concentrano su l'organizzazione e messa in opera di interventi di potenziamento dei sistemi di monitoraggio e osservazione permanente tramite il dispiegamento di stazioni mobili (e.g. stazioni sismiche, geodetiche e/o multiparametriche con l’integrazione di microfoni infrasonici e radiometri), eventualmente anche in collaborazione con i gruppi operativi previsti in caso di emergenza sismica. Vengono potenziate le attività di analisi e interpretazione dei dati strumentali e delle osservazioni di campagna raccolte anche ai fini di predisporre appropriati scenari attesi o valutazioni di pericolosità. Allo stesso tempo, vengono potenziate anche le attività di comunicazione e informazione verso il pubblico, sia tramite il portale web istituzionale che attraverso i diversi canali social. In casi di particolare gravità vengono infine insediate specifiche Unità di Crisi con l'obiettivo di supportare e rafforzare l'azione dell'Osservatorio vulcanologico di competenza attraverso contributi provenienti da altre Sezioni dell'Istituto o da altre istituzioni.

I dati e le osservazioni raccolte dalle reti di monitoraggio, insieme alle valutazioni di pericolosità elaborate dall’INGV vengono tempestivamente trasmessi, secondo procedure concordate, al DPC, alle strutture regionali di protezione civile, alle Prefetture competenti e agli altri Centri di Competenza eventualmente coinvolti.

Sulla base di queste informazioni, il Dipartimento di Protezione Civile definisce il livello di allerta da assegnare al vulcano. Il sistema di allertamento che il DPC ha predisposto, in collaborazione con lo stesso INGV e con altri Centri di Competenza, esprime in modo qualitativo lo stato di attività del vulcano e la sua possibile evoluzione, contemplando gli scenari plausibili e la loro rilevanza, a scala locale o nazionale.

Lo schema generale riportato qui sotto descrive i livelli di allerta previsti, in funzione del progressivo allontanamento del sistema vulcanico da una condizione di equilibrio, che idealmente non comporta pericolo.  Occorre comunque tenere presente che alcune fenomenologie vulcaniche sono del tutto imprevedibili e che pertanto, anche con il livello di allerta Verde, il rischio non è mai da considerarsi nullo. Per maggiori informazioni si veda il seguente link del Dipartimento della Protezione Civile:

http://www.protezionecivile.gov.it/attivita-rischi/rischio-vulcanico/attivita

emergenza vulcani2