"Triste, che nessuna gioia abbia possibilità di consumarsi senza che l'ombra di nuove sventure la copra - e che durano pure le gioie? Credevamo per un minuto nella serenità della pace firmata, di aver vinto la Morte, ed eccola sopravvenire nelle sue cieche forme collettive. Ieri era la prima festa cristiana dopo la firma della pace: gli edifici pubblici erano imbandierati e una folla tranquilla e serena empiva le strade. Per tutto il giorno questo popolo che appena cominciava a respirare la nuova aria di quiete nella nuova luce è stato minacciato dalla più cieca, più improvvisa, più odiosa delle morti.
Intanto a poche diecine di chilometri, nel bel Mugello verde, le case e i templi crollavano, e la morte mieteva. Non sembra in verità che vi sia quiete o riposo per questa razza umana.
Tutto l'apparecchio di connessione, di legame, di comunicazione tessuto dall'uomo a unirsi e a tenersi stretto era distrutto in pochi minuti: i pali telegrafici e telefonici abbattuti trascinavano i fili, e i villaggi della zona devastata si trovavano privi di comunicazione... Così la natura si fa giuoco delle nostre precauzioni” (La Nazione, 30.06.1919).
Era il 29 giugno 1919. Una violenta scossa di terremoto colpì il Mugello. Tante le vittime, tanti gli edifici distrutti. Enorme la disperazione tra la popolazione che proprio allora si stava lentamente riprendendo dalla prima Guerra Mondiale. A poco meno di cento anni da allora, il 28 febbraio scorso presso l’Autodromo del Mugello si è tenuto il convegno di apertura del Centenario del terremoto, un anno di iniziative dedicate a uno degli eventi di maggior magnitudo che abbiano interessato il territorio fiorentino. Organizzato dalla Città Metropolitana di Firenze, le Unioni dei Comuni del Mugello e dei Comuni di Valdarno e Valdisieve, con il contributo delle strutture operative del Sistema Nazionale di Protezione Civile, il progetto vede la partecipazione di enti locali, istituzioni statali, Regione Toscana, centri di ricerca quali l’INGV, il CNR e la Fondazione Osservatorio Ximeniano di Firenze, ordini professionali e molte associazioni di volontariato.
Numerose le iniziative previste per l’anno in corso. Convegni, incontri tematici, mostre ed esercitazioni sul tema del rischio sismico utili a creare automatismi durante le emergenze, divulgare una corretta informazione, a sensibilizzare istituzioni e cittadini sull’importanza delle norme di autoprotezione e soprattutto sull’azione insostituibile e improcrastinabile della prevenzione. Molte le personalità intervenute. Ognuno ha portato l’esperienza del proprio settore, il proprio studio, le finalità, la propria proposta; tutto a conferma che su un tema che ci riguarda così da vicino fondamentale è l’approccio multidisciplinare. Per l’INGV è intervenuto Carlo Meletti ricercatore della sezione di Pisa e coordinatore del Centro di Pericolosità Sismica con la mappa della pericolosità sismica italiana e l’elenco degli strumenti della prevenzione ricordando come tutti, a vari livelli, siamo coinvolti in questo processo dove solo il lavoro sinergico e coordinato, consente di affrontare al meglio le criticità del territorio.
"Ci aspetterà un anno ricchissimo di iniziative con numerosi convegni, incontri e seminari su tematiche specifiche sempre inerenti il rischio sismico rivolti sia agli addetti ai lavori che alla popolazione - sottolinea Leonardo Ermini, responsabile della Protezione civile della Metrocittà. A quest’ultima per esempio saranno rivolte le mostre itineranti nei Comuni del Mugello e della Valdisieve e le due mostre organizzate rispettivamente dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia insieme alla Fondazione Osservatorio Ximeniano e dal Dipartimento Nazionale per la Protezione Civile". All’interno di questa manifestazione scientifico–divulgativa infatti, il 29 giugno 2019, a cento anni esatti dal terremoto, prenderà avvio la mostra "Mugello 1919: cento anni fa un terremoto... memoria e scienza" (Borgo San Lorenzo, 29 giugno - 31 ottobre 2019). Curata dall’Ufficio sui Beni culturali di INGV, il percorso prevede l’esposizione di circa una quarantina di strumenti e decine di documenti storici, dal Cinquecento ai giorni nostri, fra originali e copie, descritti da animazioni multimediali e con un linguaggio essenziale e chiaro, nel rispetto della correttezza dei contenuti. La mostra racconterà l’evoluzione della sismologia strumentale dal XVIII secolo a oggi, anche in relazione con l’occorrenza dei più disastrosi terremoti italiani del secolo scorso e con particolare riguardo alla tradizione sismologica fiorentina.