A volte l’oblio legato ad eventi sismici è rallentato grazie alla memoria condivisa. Un esempio è la processione della Madonna del Carmine, culto commemorativo che si tiene ogni anno in Calabria a Palmi (RC) in ricordo del terremoto del 16 novembre 1894. Per sapere cosa accadde quel giorno e capire perché è così importante non dimenticare abbiamo intervistato Concetta Nostro, ricercatrice dell’INGV, che ha risposto alle nostre curiosità.
Concetta, in un post pubblicato sul blog INGVterremoti si afferma che nove cittadini su dieci residenti in Zona 1, la più pericolosa, sottovalutano il pericolo che potrebbe derivare da un terremoto. Secondo te perché accade ciò?
La causa principale è la mancanza di consapevolezza del rischio favorita anche dall’assenza di esperienza diretta del fenomeno o dalla perdita della memoria storica in materia di catastrofi naturali. Questa memoria, infatti, con il passar del tempo diventa sempre più labile fino a perdersi del tutto.
In alcune località l’oblio è rallentato grazie alla memoria condivisa. Un esempio è la processione della Madonna del Carmine che si tiene ogni anno in Calabria a Palmi (RC) in ricordo del terremoto del 16 novembre 1894. Cosa accadde quel giorno?
Il terremoto era stato preceduto nella stessa giornata da tre scosse minori. Subito dopo la terza scossa, avvenuta verso le 18, la popolazione era uscita dalle case e aveva deciso di portare in processione la statua della Madonna del Carmine. Quando avvenne il terremoto più forte, alle 18:52, la maggior parte degli abitanti di Palmi stava partecipando proprio alla processione improvvisata. Questo evento è arrivato fino a noi ed è conosciuto come il “Miracolo della Madonna del Carmine di Palmi”. Proprio il fatto che la maggior parte della popolazione stesse partecipando alla processione fece sì che al momento della scossa in moltissimi rimasero illesi.
Dall’anno dopo l’episodio è entrato a far parte della tradizione locale sotto forma di culto commemorativo che viene celebrato ancora oggi. Ogni 16 novembre, a Palmi, la statua della Madonna del Carmine viene portata in processione e, ad un certo punto, i portatori della Vergine iniziano a correre lungo lo stesso tratto di strada, di circa 100 metri, che fu percorso di corsa mentre la terra tremava e intorno le case crollavano.
Quali furono le zone maggiormente interessate dal terremoto?
Su questo terremoto si trovano informazioni sul Catalogo dei Forti Terremoti in Italia. Il terremoto colpì la Calabria meridionale e la Sicilia orientale ed ebbe effetti distruttivi in un’area di 80 kmq compresa tra i Piani d’Aspromonte e la costa tirrenica. I paesi più danneggiati furono San Procopio e Sant’Eufemia d’Aspromonte, dove molti edifici crollarono totalmente o in parti estese. In altre 17 località della provincia di Reggio Calabria, tra cui Bagnara Calabra, Palmi, Seminara, il terremoto causò crolli totali più limitati, ma gran parte degli edifici subirono lesioni gravi, dissesti strutturali e crolli parziali. A Messina e Reggio Calabria molti edifici furono lesionati, alcuni in modo grave, soprattutto nei muri divisori interni, nei soffitti e nei pavimenti. In oltre 110 centri abitati delle due province e dell’attuale provincia di Vibo Valentia furono rilevati danni analoghi di notevole entità. L’area dei danni leggeri si estese per circa 15.000 kmq, comprendendo anche parte della provincia di Catanzaro e alcune località delle Isole Eolie. Verso nord la scossa fu sentita fortemente a Catanzaro e più leggermente in provincia di Cosenza e fino alla provincia di Matera. In Sicilia fu sentita fortemente in provincia di Catania e in alcune località della provincia di Siracusa; debolmente fino a Palermo.
Quali sono le fonti arrivate a noi?
Una testimonianza importante è quella di Giuseppe Mercalli, sismologo e vulcanologo celebre per l’omonima scala macrosismica che misura l’intensità delle scosse sismiche sulla base degli effetti causati. Mercalli descrive questo terremoto e parla della processione nel suo saggio del 1897 sui terremoti della Calabria meridionale e del Messinese.
Al momento della scossa principale le “… persone che sostenevano il simulacro della Madonna, portandolo in processione, sentirono le sbarre di legno che avevano tra le mani alzate da una forza invisibile per mezzo palmo circa; in seguito le loro gambe dondolarono in modo da stentare a reggersi in piedi.”
Per concludere, cosa si potrebbe fare per aumentare la consapevolezza dei cittadini rispetto ai rischi che caratterizzano il territorio in cui vivono?
È necessario lavorare molto sulla prevenzione dei rischi. Una iniziativa importante che vede l’INGV coinvolto da oltre 10 anni è la campagna “Io non rischio”, una campagna di comunicazione dedicata alla riduzione del rischio relativo ai fenomeni naturali volta a diffondere le buone pratiche di protezione civile. Dobbiamo lavorare per ampliare e diffondere la conoscenza dei rischi di ciascun territorio affinché aumenti la consapevolezza delle conseguenze ad essi collegati e si arrivi all’adozione dei necessari accorgimenti.
Per approfondire
Guidoboni E., Ferrari G., Mariotti D., Comastri A., Tarabusi G., Sgattoni G., Valensise G. (2018) - CFTI5Med, Catalogo dei Forti Terremoti in Italia (461 a.C.-1997) e nell’area Mediterranea (760 a.C.-1500). Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). doi:
Mercalli G. (1897). I terremoti della Calabria meridionale e del Messinese (Saggio di una monografia sismica regionale), in: “Memorie della Società Italiana delle Scienze (detta dei XL)”, serie III, tomo XI, pp. 117-266, Roma 1897.