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ricercatoreCarta d’identità

Nome: Lauro Chiaraluce
Anni: 51
Qualifica: Primo ricercatore
Sede: Roma
Campo di attività: Sismologia
Colore preferito: Verde petrolio

 

 

 

“Che succede?”…”Dov’è Lauro?”

Nella lunga lista “personaggi” presenti nella sede romana dell’INGV, non poteva mancare lui, il nostro “Morgan”, ladies and gentlemen Lauro Chiaraluce! Adoro davvero Lauro, mi piace la sua personalità che viaggia a limite tra idolatria di sé stesso ed estrema umiltà. Potremmo restare qui a parlare di quanto sia bravo e di quanto sia davvero una punta di diamante dell’Ente. Ma Vita da ricercatore, lo sapete, è una rubrica di vero gossip che mette a nudo, senza filtri, i nostri cari artigiani della ricerca. Ma tornando al nostro Lauro, come già anticipato, troverete un ritratto molto interessante di un uomo dalla forte sensibilità e attenzione verso il prossimo. Un sognatore che non ha mai abdicato alle sue idee, al suo ideale di “mondo” e che vorrebbe un ritorno, per certi versi, alle origini…al contatto con la natura, con la terra e a quella semplicità ormai troppo spesso dimenticata.

Cosa o chi ti ha avvicinato al mondo della sismologia? 

Un professore, poi diventato amico, mi portò a Stromboli. Da li per me fu tutto più chiaro.

Da bambino cosa sognavi di diventare “da grande”?

Un cuoco su una nave da crociera russa o una delle coriste di Bob Marley.

Che hanno di particolare le navi da crociera russe?

Era una battuta di un amico…le crociere russe nel periodo della pre rivoluzione erano super lussuose, erano posti mitologici.

Che materie ti appassionavano a scuola? 

La Storia e l’Educazione Musicale.

Pensi sia importante l’educazione musicale? Come una sorta di educazione civica?

Credo sia molto importante. Ho avuto la fortuna di avere un’insegnante delle medie che mi ha fatto scoprire la musica classica…a casa si ascoltava altro.

Che adolescente eri?

Allegro, partecipe e alla moda.

Gira voce che alle feste ti scateni e dai il meglio di te…

Si mi diverto molto (ride).

C’è stato un “mito” di riferimento a cui ti sei ispirato? 

Nella mia camera appese c’erano foto di Totò, il Che e Patty Smith.

Sei quindi un fan del Che “consapevole” e non un fan del “metto la maglia fa fico”…perché con te potrebbero valere entrambe le affermazioni… 

Come diceva Joe Strummer al tempo eravamo tutti dei rebel chic …ci vantavamo di questa iconografia rivoluzionaria ma almeno eravamo politicamente molto consapevoli. Studiavamo da soli fuori dalla scuola quel periodo storico e non solo.

Dove ti sei laureato e che ricordi hai del tuo percorso universitario? 

Mi sono laureato in geologia all’Università di Camerino, paese simbolo della controriforma, quindi in qualche modo il posto perfetto per fare l’universitario. Per quanto riguarda invece il mio percorso accademico direi che tutto è stato collegato a delle circostanze. Inclusa la decisione di cambiare tesi, dopo averne già finita una, per fare appunto una tesi in sismologia. Questo a soli venti giorni dal terremoto di Colfiorito del 1997. E Camerino si trova a meno di 10 chilometri da Colfiorito.

Il momento più emozionante della tua carriera? 

Sinceramente non mi sono mai sentito all’altezza per fare il lavoro che faccio; forse perché ho una visione idealizzata dello “scienziato”. Ma partendo da ciò, per me ogni giorno di lavoro è in qualche modo un giorno incredibile.

Invece il momento più emozionante nella tua vita privata? 

Beh, avendo una figlia.

Cosa pensi che saresti diventato se non avessi fatto il ricercatore?

Non lo so, ma mi piace pensare qualcosa come il contadino o il falegname, idraulico, muratore; un lavoro in cui ci sia la necessità di usare le mani e fare fatica fisica.

Dai l’idea di essere più un uomo di pensiero che di fatica…sbaglio?

Mia madre è stata sarta, mio padre idraulico, mio nonno un falegname. Sono cresciuto in campagna dove si usavano le “mani”. 

Da quanto tempo sei all’INGV?

Da molto, dal 1998.

Qual è la prima cosa che fai quando torni a casa? 

Mi tolgo le scarpe e bacio tutti quelli che ci sono.

Come hai vissuto questo periodo di lock-down?

Nella prima fase ero molto spaventato da qualcosa che non conoscevo, ma allo stesso tempo credo fossi anche sereno. In questa seconda e lunga fase, ho sicuramente meno paura ma indubbiamente molta più inquietudine di prima.

Pensi torneremo mai alla vita precedente?

Spero di si, con il vaccino io penso torneremo ad una fase di “normalità” 

Una figura che vedresti bene ai vertici di questo Paese?

Aboubakar Soumahoro come Ministro del Lavoro.

Qual è, secondo te, la scoperta scientifica che cambierebbe la storia della sismologia? 

Non ho mai né creduto né contato su questo genere di cose. Ma ritengo che la tecnologia, soprattutto intesa come capacità di monitoraggio delle deformazioni, ci farà presto fare passaggi molto importanti.

Una città che hai visitato che ti è rimasta nel cuore e una in cui hai sempre sognato di trasferirti? 

Nell’ordine: Venezia e il posto dove sono nato.

Quali sono stati i tuoi viaggi più belli? 

Se devo proprio citarne uno, mi piace dire il primo viaggio in macchina fatto a diciannove anni con due amici del tempo, attraverso la Spagna e il Portogallo.

Cosa ti sarebbe piaciuto scoprire, tra le scoperte del passato? 

Qualcosa comunque di molto pratico, tipo la macchina da stampa o la locomotiva. 

Qual è la tua principale inquietudine?

Quanto tempo ho per rispondere?

La conversazione che non hai mai fatto e che ti sarebbe piaciuta fare…con chi?

Difficile dire. A parte quelle con persone care, direi quella con una persona di grande potere. Non tanto per capire la verità di un determinato fatto, ma per capire quante possibilità c’erano di fare altre scelte.

Come ricercatore è sempre tutto spiegabile?

Direi proprio di no.

La tua promessa mantenuta e quella che non sei riuscita a mantenere…

Quella mantenuta di diventare una persona indipendente. Quella non mantenuta di cambiare vita. Entrambe fatte a me stesso.

Che vita vorresti?

Mi piacerebbe vivere fuori dalla città, più a contatto con la natura…un ritorno alla natura. 

Il tuo amore a prima vista?

Laura.

Qual è il tuo X-Factor? 

Credo l’essere una persona socievole e affidabile.

Ti piace lo sport? 

Si molto.

Ne hai mai praticato qualcuno? 

Mi sono mantenuto all’università, negli anni non proprio necessari, giocando a pallone. Sono stato una bella mezzala.

Ascolti musica? 

Molto.

Qual è il tuo genere preferito? 

Ascolto di tutto; in questo periodo molti madrigali e Chet Baker.

Libro preferito? 

Anche questa una domanda difficile. Qualche libro che mi ha segnato: Una questione privata (Fenoglio), Il padiglione d’oro (Mishima) Lettera a Berlino (McEwan) e Bella mia (Di Pietrantonio).

Se dovessi ricordare un tuo “primo giorno” quale ricorderesti? 

Una mangiata non autorizzata di tortellini in brodo presi direttamente dal frigo.

Cosa fai quando non sei a lavoro?

Penso.

A che pensi?

Alla giornata trascorsa…sto con me stesso.

Hai un posto del cuore?

Un laghetto vicino la casa dove sono cresciuto.

La tua maggior fortuna? 

La mia famiglia.

Nella tua valigia non può mai mancare? 

Soldi e carta igienica (ridendo). Me lo diceva sempre mio nonno e credo sia un’ottima occasione per ricordare lui e questa frase quantomeno un po’ fuori tempo.

In cucina sei più da dolce o da salato? 

Salato.

Piatto preferito? 

Spaghetti con pomodoro, cipolla, capperi, pan grattato e abbondantissimo peperoncino.

Ti piace cucinare? 

Si.

Una cosa che hai capito “da grande”? 

Che è difficile vivere in modo coerente con le proprie idee. 

Pensi in qualche modo di aver rinunciato alle tue idee per ottenere altro?

No, mai fatto. Avrei voluto fare più attività politica e militanza ma oggi non riesco a fare quello che vorrei fare. Penso che le idee debbano essere coerenti con le azioni e tutto sommato credo di rispettare questo concetto. 

Cosa conservi della tua infanzia?

La felicità e l’educazione marchigiana.

Ultima domanda: qual è la canzone che non smetteresti mai di ascoltare? 

Questa è facile: Bella ciao!