La delicata attualità legata all’emergenza sanitaria globale da Covid-19 ha fatto irruzione, come naturale che fosse, anche in tutte le Sedi che l’INGV ha sul territorio nazionale. Ricercatori, tecnici e funzionari dell’Istituto, infatti, a partire dalle primissime battute della cosiddetta “Fase 1” dell’emergenza, hanno iniziato a svolgere regolarmente le loro attività lavorative da casa, ottemperando alle direttive del Governo e del Dipartimento della Protezione Civile che invitavano ad adottare quanto più possibile delle misure di lavoro agile.
La Sede Irpinia dell’INGV, in particolare, ha affrontato in maniera diretta una delle fasi più delicate dell’emergenza, culminata con la dichiarazione della “zona rossa” per Ariano Irpino, centro dell’avellinese poco distante da Grottaminarda. In quelle particolari settimane gli uomini e le donne dell’INGV si sono adoperati per contribuire non solo simbolicamente alle operazioni di contrasto al Covid, raccogliendo dei fondi per apparecchiature e dispositivi di protezione individuale da destinare all’Ospedale “Sant’Ottone Frangipane” di Ariano Irpino e al personale area Covid dell’Istituto di Ricerche Genetiche BioGeM della città.
Oggi, a poche settimane dall’avvio della “Fase 2” dell’emergenza, abbiamo raggiunto telefonicamente Massimo Bilotta e Vincenzo Cardinale per farci raccontare cosa ha significato sentirsi “comunità” in un momento particolarmente delicato e a cui abbiamo chiesto cosa immaginano per il prossimo futuro delle attività amministrative e di ricerca dell’INGV.
Come è nata l’iniziativa dei 25 dipendenti della Sede di Grottaminarda dell’INGV di partecipare attivamente alle attività di contrasto alla diffusione del Covid-19?
Massimo Bilotta: Purtroppo la comunità di Ariano Irpino, in cui siamo profondamente radicati, è stata duramente colpita dall’epidemia. Ci è quindi sembrato naturale offrire un nostro piccolo contributo per fronteggiare questo drammatico momento.
Non ricordiamo chi ha lanciato per primo l'idea tra i nostri colleghi, ma possiamo dire con certezza che, nel giro di pochi minuti dalla proposta, tutto il personale della Sede Irpinia dell'INGV ha dato piena adesione all'iniziativa e il giorno successivo le donazioni raccolte erano già disponibili e pronte per essere veicolate alle due Strutture che, involontariamente, si sono trovate al centro della battaglia contro questa terribile epidemia ma che, meritoriamente, hanno messo a disposizione della collettività uomini, risorse e competenze.
Vincenzo Cardinale: Diciamo che ci siamo trovati da un giorno all’altro proiettati in qualcosa che non si era mai verificato prima. Questo ha innescato in tutti noi un forte senso di solidarietà, a mio avviso dettato dal fatto che la situazione presentatasi aveva molto in comune con un’emergenza sismica a cui siamo molto più abituati avendovi partecipato diverse volte come Sede Irpinia. Dai media, poi, giungevano continue notizie di forti disagi presso l’Ospedale Frangipane: parlavano di mancanza di dispositivi di protezione e di attrezzature per combattere il virus. Ci siamo quindi immediatamente organizzati contattando la Direzione Generale dell’ASL di Avellino, con l’obiettivo di contribuire al più presto e in maniera fattiva all’acquisto di dispostivi per la realizzazione di un reparto COVID. La rimanente parte dei fondi raccolti è stata destinata all’Istituto di Ricerche Genetiche BioGeM poiché anch’esso ubicato nel comune di Ariano Irpino e, soprattutto, perché lo stesso ha come missione principale proprio la ricerca in ambito biologico e in genetica molecolare.
Cosa ha significato, dal punto di vista del senso di solidarietà e di comunità, trovarsi improvvisamente nei pressi di una cosiddetta “zona rossa”?
M.B.: Per la città di Ariano tutto è cambiato improvvisamente nei primi giorni di marzo, quando si sono registrati numerosi contagi da Covid-19, al punto che la città è stata dichiarata “zona rossa”, al pari della più tristemente nota Codogno, nel Lodigiano.
La comunità è piombata nello sconforto totale ma, dopo il primo momento di confusione, in tutti i cittadini è affiorato un fortissimo senso di solidarietà. C’è stata grande responsabilità nel rispettare le varie ordinanze di chiusura e si è affermato un senso profondo di vicinanza in tutti gli arianesi, nonché nelle popolazioni limitrofe.
V.C.: La città di Ariano Irpino ha vissuto sicuramente dei momenti di profonda angoscia e direi che ancora oggi la situazione è in parte questa. In questi giorni infatti sta avvenendo uno screening che vede coinvolta tutta la popolazione poiché il numero di contagi è ancora molto elevato.
Nello specifico, trovarsi in “zona rossa” vuol dire isolarsi completamente dalla vita “normale” a cui siamo abituati. Non si può frequentare nessuno al di fuori del proprio nucleo familiare, non si può lasciare il Comune di appartenenza e nessuno può entrarvi. Insomma abbiamo vissuto settimane di totale isolamento, sembrava di essere in guerra!
La Sede Irpinia dell’INGV è nata nel 2002 per rafforzare, anche con un presidio sul territorio, il lavoro di ricerca per la sismologia e l’ingegneria sismica in un’area più volte colpita da forti terremoti, come quello del 23 novembre 1980. Quanto è importante, per i cittadini residenti in una zona ad alto rischio sismico, il contatto diretto con un punto di riferimento scientifico sul territorio?
M.B. e V.C.: La Sede dell’INGV rappresenta un riferimento scientifico fondamentale per la città di Ariano e, più in generale, per tutta l'Irpinia. Negli anni tutte le scuole del comprensorio hanno potuto effettuare visite di istruzione alla Sede: abbiamo realizzato vari percorsi didattico-formativi e contiamo di ampliarli ulteriormente avvalendoci anche di aree interattive-tridimensionali che ci siamo resi conto esser meglio recepite e più apprezzate dai partecipanti più giovani. In occasione del Ventennale dell’INGV, da noi celebrato il 23 novembre scorso, abbiamo organizzato un riuscitissimo evento che ha ulteriormente rafforzato la nostra presenza tra la popolazione e tra gli addetti ai lavori.
Per quella che è la nostra esperienza possiamo assolutamente confermare che in tutta la nostra comunità è molto ben radicata la consapevolezza sia della pericolosità che dell’ineluttabilità del terremoto, ed è presente una particolare sensibilità anche verso le linee di ricerca e di prevenzione in materia sismica.
In queste settimane di lockdown l’INGV ha collaborato, insieme alla Fondazione Movimento Bambino ONLUS, alla realizzazione dell’Osservatorio “Mutamenti Sociali in Atto-Covid19”, un progetto dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del CNR volto ad analizzare gli effetti psico-sociali dell’emergenza sanitaria ancora in corso. In che modo, secondo la vostra diretta esperienza, le misure di distanziamento sociale e di contrazione dell’interazione interpersonale hanno modificato le “tradizionali” attività amministrative e di ricerca dell’Istituto?
M.B.: Certamente le attività dell’Istituto hanno subito profondi mutamenti in questa fase emergenziale ma credo che possiamo dire con orgoglio che la risposta data da parte di tutti è stata decisamente positiva, superando ogni previsione. Il personale tutto, nell'espletamento di tutte le attività se pur nella modalità del lavoro agile previsto dai decreti governativi, ha permesso che tutte le attività amministrative, di ricerca e di servizio non subissero contraccolpi di rilievo e si è riusciti a garantire, pur con grande sforzo, tutti i servizi abituali che la collettività intera si attende dalle nostre attività.
V.C.: Sono d’accordo con Massimo. Nello specifico posso aggiungere che, presso la Sede Irpinia, proprio in questo periodo abbiamo avviato un progetto sperimentale di gestione delle reti di monitoraggio che ci permetterà di effettuare operazioni di verifica, manutenzione e sviluppo delle stesse con un approccio totalmente diverso rispetto a quello attuale. Abbiamo infatti realizzato un portale in cui si potranno aggiornare i dati tecnici e informativi delle stazioni in tempo reale, in maniera tale da avere un quadro della situazione sempre aggiornato e, soprattutto, da poter verificare tramite lo stesso canale la qualità e la bontà di un sito di acquisizione effettuando, ad esempio, il controllo delle tracce sismiche e geodetiche; questo ci permetterà senz’altro di ottenere una sempre maggiore continuità e qualità dei dati raccolti.
Quali sono le prospettive per il prossimo futuro nella vita lavorativa quotidiana delle donne e degli uomini dell’INGV e qual è il vostro auspicio al riguardo?
M.B.: L’auspicio di tutti è che si possa tornare alla piena normalità e lasciarci alle spalle questi difficili momenti ma, consapevoli che ciò si realizzerà in tempi non propriamente brevi, siamo tutti pronti a consolidare le procedure e gli adattamenti adottati in queste settimane per garantire una sempre maggiore efficacia ed efficienza nelle azioni poste in essere dal nostro INGV.
V.C.: Sicuramente questa è stata una situazione che ci ha messo a dura prova, sia come Ente che come persone. L’auspicio è che questa esperienza non ancora volta al termine possa essere un momento di riflessione per tutti, che ci permetta di concepire la vita, il lavoro e la famiglia in un nuovo modo, magari con più serenità e maggiore efficienza. D’altronde, lavorando con più tranquillità, è possibile raggiungere risultati talvolta più soddisfacenti.
In tal senso riteniamo che il lavoro agile sia una soluzione ottimale che potrebbe essere adottata anche in tempi non più caratterizzati dall’emergenza Covid. Si pensi, ad esempio, al risparmio in termini di inquinamento atmosferico che si avrebbe limitando gli spostamenti di tutto il personale, o ancora al miglioramento della qualità della vita di ognuno stando più tempo con la propria famiglia. Fortunatamente gli attuali mezzi informatici ci permettono di essere ugualmente efficaci, per cui non sembrano sussistere particolari ostacoli all’adozione di tale istituto di lavoro agile anche nel prossimo futuro.