Carta d’identità
Nome: Ilaria Isola
Anni: 54
Qualifica: Tecnologo
Sede: Pisa
Campo di attività: studio delle variazioni paleoclimatiche e paleoambientali
Colore preferito: Giallo
Una passione per la scienza già “viva” in tenera età, una famiglia unita che l’ha sempre sostenuta anche nella vita professionale e un grande spirito di sacrificio. Questi sono gli ingredienti che hanno portato Ilaria Isola a passare da essere una curiosa bambina appassionata di scienza a una stimata ricercatrice dell’INGV.
Cosa ti ha avvicinato al mondo della geologia?
Il mio insegnante di scienze del Liceo, il professor Landini. Organizzavamo gite scolastiche sulle Alpi Apuane in cui facevamo, direttamente sul campo, lezioni di geologia, speleologia, botanica ed entomologia.
In particolare cosa ti ha spinto a studiare le variazioni climatiche e ambientali?
Mi ha sempre affascinato il fatto che le montagne, il mare e in generale l’ambiente intorno a noi, che spesso consideriamo immutabile, cambi invece nel tempo. Per questo ho scelto di fare una tesi di laurea in geomorfologia. Lo studio del paesaggio può rivelarti una storia intrigante di cambiamenti anche radicali che si sono succeduti nel tempo, dovuti alle forze endogene della terra o quelle esogene, fra cui il clima. È così quindi che tracce di antichi ghiacciai laddove non ne esistono più, o antiche linee di riva poste chilometri nell’entroterra, o una concrezione di grotta, raccontano realtà molto diverse da quella attuale.
Quali erano le materie che ti appassionavano e cosa sognavi da bambina?
Le scienze sono sempre state la mia materia preferita, avevo una scatola in cui accumulavo i tesori raccolti intorno casa: rocce, pigne rosicchiate dagli scoiattoli, pelli delle muta di serpenti, piume colorate, galle (cecide) degli alberi. È un vizio che mi sono portata dietro anche da adulta, ho la cantina piena di “sassi”.
Dove ti sei laureata?
Dipartimento di Geologia dell’Università di Pisa.
Il percorso di studi universitario è stato difficile?
Non particolarmente difficile, ma è stato molto più lungo dei quattro anni ufficiali di corso. Ho iniziato a lavorare subito dopo la maturità, qualche ora come istruttore di nuoto che poi è diventata un impegno a tempo pieno, mi sono sposata e sono diventata mamma, il tutto prima della laurea.
Da quanti anni sei all’INGV?
Ho avuto il mio primo assegno di ricerca INGV nel 2004, sono stata assunta a tempo indeterminato lo scorso anno.
C’è un personaggio, storico e non, di riferimento con il quale sei cresciuta?
Piero Angela, è stato ed è ancora un mito per me. Da ragazzina avrei tanto voluto incontrarlo per potergli fare un milione di domande su qualsiasi cosa, certa che avrei ottenuto una risposta.
Sappiamo che sei mamma. Come sei riuscita a gestire il ruolo di mamma e di ricercatrice?
Come dicevo ho imparato prima a gestire il mio ruolo di mamma e studente, poi quello di mamma e ricercatrice. Naturalmente ci vuole tanto impegno, ma nel mio caso la carta vincente è stata la mia famiglia, in particolare mia madre, che mi ha aiutato molto facendo la babysitter mentre studiavo, e mio marito, che mi ha sempre spronato ad andare avanti le mille volte che ho pensato di mollare, sia nello studio che nei lunghi anni di precariato.
Cosa ti emoziona nella vita privata?
Nonostante i ragazzi siano ormai adulti ed autonomi, capaci di vivere la loro vita indipendente, il piacere di ritrovarsi tutti insieme e godere della reciproca compagnia.
E nel lavoro?
Una nuova grotta, una nuova stalagmite e tutte le cose che ti può raccontare sulla storia della Terra.
Un momento indimenticabile che hai vissuto sul lavoro?
Una missione in Patagonia del 2011. Un concentrato di bellezza e selvaggia armonia dei paesaggi, colleghi fantastici e tantissime cose interessanti dal punto di vista scientifico.
E nella vita privata?
Sono tanti e tutti legati alla famiglia e, in modo particolare, ai viaggi fatti tutti insieme.
Ti piace lo sport?
Si, ma senza esasperazione. Non sono particolarmente tifosa, ma certo non posso non apprezzare il gesto atletico di un ginnasta o di un pilota di MotoGP.
Li hai mai praticati?
Da piccola avevo una vera passione per la ginnastica artistica, ma quando sono diventata troppo alta per poter fare due ruote consecutive sulla trave, ho mollato e mi sono data al nuoto.
Secondo te ci sono disparità tra ricercatori uomini e donne? Che differenze vedi, se esistono?
Negli anni sono stati fatti tanti passi avanti verso la parità di genere in tutti i campi e, quindi, anche nella nell’ambiente della ricerca, certo è che rimane ancora della strada da fare. Con i miei colleghi non mi è mai capitato di sentirmi discriminata per essere donna, ma temo di essere in un’isola felice. Questo momento storico, poi, sembra volerci riportare indietro sul piano dei diritti civili e questo un po’ mi spaventa.
Cosa ne pensi dei cambiamenti climatici?
I cambiamenti climatici sono sempre avvenuti sul nostro pianeta, con alternanze di periodi caldi e freddi, umidi ed aridi. Adesso, a causa del forte incremento di gas serra di origine antropica stanno avvenendo con velocità e intensità tali da avere un impatto pesantissimo sulle nostre società e sul nostro modo di vivere. Dobbiamo studiare il problema e cercare di gestirlo con azioni adeguate, negare l’evidenza non aiuta a risolvere i problemi, ma li aggrava.
Ascolti musica? Se sì, quale genere preferisci?
Pink Floyd, Bruce Springsteen, Queen, Green Day, Francesco Guccini, Vasco Rossi, sono quelli che non mancano mai nella mia playlist.
Piatti preferiti?
Pasta in tutte le sue varianti e dolci. Lo so non è il massimo per la linea ma sono molto golosa.
Ami cucinare?
Si mi piace cucinare ogni tanto un bel pranzo elaborato, un po’ meno inventarmi qualcosa per cena tutte le sere.
Ti piace viaggiare?
Molto. Viaggiare è sempre bello, sia per lavoro che per piacere, ogni viaggio ti lascia sempre qualcosa di importante.
Quali sono stati quelli più belli?
Quelli con la mia famiglia: Norvegia, Finlandia, Marocco, i Parchi Americani Yosemite, Brice, Zion. Preferisco i grandi spazi alle metropoli.
Qual è il tuo X-Factor?
Mi impegno sempre al massimo in quello che faccio.
Un’ultima domanda: il tuo libro preferito?
"Il Signore degli Anelli" di J.R.R. Tolkien. L’ho letto e riletto numerose volte, la prima avevo diciassette anni in quel periodo andavo molto in grotta e nell’ambiente speleologico era un must.