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I terremoti si manifestano su scale temporali geologiche, molto diverse da quelle umane. Per questa ragione gli strumenti utilizzati per il monitoraggio geofisico, pronti a captare ogni “respiro” della Terra, da soli non bastano per comprendere la natura sismica di una determinata zona. Un aiuto arriva dalla sismologia storica, una branca della sismologia che studia i terremoti del passato e grazie alla quale è possibile la compilazione di preziosi cataloghi e database, molti dei quali oggi consultabili liberamente online. Per conoscere alcuni di questi strumenti abbiamo intervistato Andrea Rovida, Tecnologo dell’INGV che si occupa di sismologia storica e, in particolare, della redazione di banche dati.

Andrea, cos’è la sismologia storica?

pennino1La sismologia storica è una branca della sismologia che si occupa della ricostruzione degli effetti dei terremoti del passato avvenuti prima della comparsa degli strumenti di registrazione dei terremoti e del loro perfezionamento. 

Gli effetti dei terremoti si ricostruiscono a partire dalle testimonianze scritte che riportano le conseguenze sull’abitato e in natura. Si tratta di documenti di vari tipi, a seconda del periodo e dell’area in cui è avvenuto il terremoto, che vengono analizzati da storici e sismologi al fine di tradurre queste informazioni in dati sismologici. 

Come può venirci d’aiuto, questa disciplina, nella comprensione degli eventi sismici?

Questa disciplina ci aiuta a comprendere molti aspetti della sismicità del passato . Attraverso le testimonianze, infatti, possiamo capire quanto è stato forte il sisma e come è stato percepito dalla popolazione, localizzare l’epicentro e definire l’energia che ha avuto in termini di magnitudo.

Tra i prodotti più importanti di questo ramo della sismologia rientra la compilazione di cataloghi parametrici e di banche dati di osservazioni macrosismiche. Di che tipo di documentazione si tratta?

I cataloghi parametrici contengono la localizzazione e la magnitudo dei terremoti mentre le banche dati macrosismiche forniscono una traduzione numerica degli effetti degli eventi sismici nelle località abitate ricostruiti dagli storici e interpretati in termini di intensità macrosismica. Quest’ultima è una classificazione degli effetti secondo le scale macrosismiche che indicano la severità di un terremoto in una determinata località. 

Si tratta di due strumenti collegati ma molto diversi in quanto l’osservazione macrosismica è riferita a tutte le località colpite da un ’evento mentre il catalogo parametrico contiene informazioni relative ai singoli terremoti.

Cataloghi e banche dati sono oggetto di continui aggiornamenti, grazie al grande lavoro di indagine portato avanti dai ricercatori. Quali sono le caratteristiche del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani CPTI15?

Il CPTI15 raccoglie al suo interno localizzazioni e magnitudo di tutti i terremoti italiani di magnitudo sopra a 4.0 conosciuti a partire dall’anno 1000 fino al 2019. La sua caratteristica principale è quella di fornire questi parametri in modo omogeneo durante un arco temporale molto ampio quasi come se fossero stati registrati dagli strumenti sismici.pennino2

Si tratta di uno strumento essenziale per la rappresentazione della sismicità di lungo periodo del nostro territorio e una base di dati per innumerevoli ricerche e applicazioni, tra le quali le stime di pericolosità sismica, la definizione dei processi sismogenetici e l’identificazione e caratterizzazione delle aree e delle faglie sismicamente attive.

Il catalogo è soggetto ad aggiornamenti periodici; i dati vengono rivisti e perfezionati anche grazie agli studi più recenti.

E quelle del Database Macrosismico Italiano DBMI15?

Il Database Macrosismico Italiano DBMI15 raccoglie e organizza i dati macrosismici dei terremoti del nostro Paese dall’anno 1000 al 2019. Questi dati, rappresentano gli effetti di avvertimento o di danno, espressi in termini di intensità macrosismica, causati dagli eventi sismici in circa 13.000 località italiane e documentati nel corso del tempo.

Anche questo strumento è soggetto a continui aggiornamenti. Nell’ultima versione, per esempio, sono state aggiunte molte informazioni sui terremoti del periodo 2015-2019, inclusa la sequenza sismica del centro Italia iniziata nell’agosto del 2016. 

Si tratta di un prezioso database dal quale è possibile conoscere la “storia sismica” di una località, ossia i dati sugli effetti dei terremoti che hanno interessato la località nel corso del tempo e il tipo di effetti sulle persone e sull’abitato, e che permette la dettagliata caratterizzazione sismica di una determinata area.

A chi sono diretti questi strumenti?

Sono diretti a un pubblico vasto. 

Per quanto riguarda il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani molti utenti sono sismologi e ricercatori nell’ambito delle Scienze della Terra, in quanto contiene informazioni scientifiche sui terremoti avvenuti in Italia in un arco temporale molto esteso, utili per le stime di pericolosità sismica e per la ricostruzione dell’attività di lungo termine.

Il Database Macrosismico Italiano è interrogato da chiunque sia interessato a ricostruire cosa è successo da un punto di vista sismico in una determinata località nel corso del tempo.

Negli ultimi anni, soprattutto perché queste banche date sono fruibili online, i dati sono consultati sempre più dal grande pubblico, specialmente al verificarsi di un terremoto, quando in molti cercano informazioni sulla storia sismica dell’area interessata.

pennino1Per concludere, dove è possibile consultare queste banche dati?

È possibile consultare queste banche dati al link 

https://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/

Il Catalogo è consultabile attraverso una interfaccia web, sviluppata interamente all’interno dell’Istituto, che permette di selezionare i terremoti e di visualizzare una mappa contenente le località interessate dagli eventi, l’epicentro e la magnitudo con tutti i riferimenti bibliografici degli studi che hanno permesso di ricostruire il sisma. Inoltre è liberamente scaricabile dall’utente.

Dallo stesso sito è accessibile anche il Database Macrosismico Italiano dal quale invece è possibile, per ogni località presente nella banca dati, accedere alle informazioni sull’intensità degli effetti registrati nella località e sul terremoto che li ha provocati. Una volta selezionata una località, viene mostrato un grafico con la sua storia sismica.


Per approfondire: https://ingvterremoti.com/2020/06/04/mille-anni-di-sismicita-italiana-il-catalogo-cpti-e-il-database-macrosismico-dbmi/