Il prestigioso riconoscimento della Geological Society of London per i giovani ricercatori che hanno dimostrato di aver dato un contributo significativo alle scienze geologiche è andato a una ricercatrice dell’INGV
Geological Society of London President's Award 2015 a Samantha Engwell, attualmente ricercatrice presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), nell’ambito del progetto NEMOH (Numerical, Experimental and stochastic Modelling of vOlcanic processes and Hazard). Prestigioso riconoscimento istituito nel 1980 dalla più antica società geologica del mondo.
Il contributo apportato da Samantha Engwell nell’ambito delle scienze geologiche e riconosciuto dal “Geological Society of London” è incentrato sulle ricerche svolte nello sviluppo di modelli numerici per la comprensione sia dei processi fisici durante le eruzioni vulcaniche esplosive che dei depositi vulcanici. La ricercatrice, esperta nella modellizzazione di eruzioni vulcaniche e nello studio dell’impatto delle ceneri vulcaniche sull'ambiente, si dedica a tali ricerche da più di sette anni. NEMOH (Numerical, Experimental and stochastic Modelling of volcanic processes and Hazard), è un progetto di networking training inserito nell’ambito delle azioni Marie Curie del 7° Programma Quadro della Commissione Europea, coordinato da Paolo Papale presso l’INGV, e composto da 13 Partner Europei ( 9 Full Partenrs e 4 Associated Partners). Il progetto, iniziato a gennaio 2012 con durata di quattro anni, mira a formare la futura generazione di vulcanologi europei attraverso lo studio per la comprensione delle dinamiche vulcaniche e dei paradigmi e metodi per la valutazione della pericolosità vulcanica. Attualmente sono 18 i giovani ricercatori ESRs (Early Stage Researchers), di provenienza internazionale, che seguono un proprio programma di ricerca individuale, con il supporto di un tutor presso l’Istituto dove svolgono la propria attività di training oltre ad arricchire la propria formazione con le attività di networking organizzate all’interno del progetto (scuole, campagne, short courses), e interazione continua con altri ricercatori della network e con il mondo della ricerca in generale (periodo di stage, partecipazioni a convegni internazionali). Samantha Engwell è una di questi.
Come è nata l’idea di venire a fare ricerca in Italia?
Sono giunta all'INGV nell'ambito del progetto NEMOH, mentre terminavo il PhD all'Università di Bristol. La mia precedente ricerca riguardava l'analisi di depositi di eruzioni vulcaniche finalizzata allo studio dei processi che avvengono durante le eruzioni. Una parte importante della ricerca era dedicata proprio alle dinamiche dell'eruzione dei Campi Flegrei, nota come Ignimbrite Campana. La ricerca presso l'INGV si è incentrata in particolare sullo studio delle colonne co-ignimbritiche, ovvero le colonne di ceneri e gas che si formano al di sopra di flussi piroclastici, attraverso studi combinati numerici e di terreno. In collaborazione con i colleghi dell'INGV presso la Sezione di Pisa, ho prodotto un modello per la propagazione di flussi piroclastici e plume vulcanici, utilizzato per comprendere i fattori che controllano la formazione delle colonne co-ignimbritiche.
Quali sono le sue attività di ricerca all'interno del progetto?
La mia ricerca recente si è focalizzata principalmente allo sviluppo e applicazione di modelli numerici; ho inoltre partecipato anche in campagne di studio sul Vesuvio e sui depositi del vulcano di Latera, e all'analisi di strati di ceneri vulcaniche deposti all'interno di laghi italiani. La partecipazione al progetto NEMOH mi ha inoltre dato la possibilità di condurre studi di terreno in Islanda, in collaborazione con l'Università dell'Islanda e l'Ufficio Meteorologico Islandese (MET Office), e continuare la mia collaborazione con l'Università di Bristol.
Quali competenze ha messo in campo all'interno del progetto?
Prima di giungere all'INGV le mie competenze scientifiche erano principalmente sullo studio e analisi di depositi cineritici sul terreno e sedimenti di mare profondo, la loro interpretazione e l'applicazione di metodi statistici alle misure effettuate sui depositi, ad esempio sullo spessore dei depositi e sui volumi eruttati. Nell'ambito del progetto NEMOH ho potuto espandere le mie capacità apprendendo come sviluppare, applicare e validare modelli numerici, comprendendo più approfonditamente i processi fisici che si verificano durante eruzioni vulcaniche esplosive, al tempo stesso mettendo in evidenza quali sono i limiti nelle nostre attuali conoscenze Cosa ha provato quando le è stata comunicata la notizia del President's Award? Sorpresa e al tempo stesso eccitata, soprattutto considerando i nomi dei precedenti vincitori.
Cosa pensa del sistema della ricerca in Italia?
Penso che ci siano molti ricercatori di talento e sono felice di aver avuto l’opportunità di lavorare al loro fianco. Poi, la vicinanza di tanti vulcani attivi ha reso il lavoro di vulcanologo in Italia più emozionante.
Una volta terminato il progetto, rimarrà in Italia?
No, tornerò nel Regno Unito dove ho ottenuto una posizione permanente nell’ambito della ricerca.