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In esposizione a Tokyo il più antico sismografo. Una preziosa e rara testimonianza della tradizione sismologica italiana

SismografoPalmieri 02Nella suggestiva cornice dell’University Museum, The University of Tokyo (UMUT), il 4 dicembre scorso è stata inaugurata la mostra Muography: perpective drawing in the 21th Century. Il percorso espositivo, frutto di una collaborazione fra l’Earthquake Research Institute di Tokyo (ERI), l’UMUT, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), presenta lo stato dell’arte della Muografia - radiografia con muoni - per il monitoraggio della dinamica magmatica all’interno di un vulcano. Tale tecnica è anche in corso di applicazione al Vesuvio. Attraverso il programma MURAVES, infatti, nato grazie a una collaborazione fra INGV (Osservatorio Vesuviano), INFN ed ERI - protagonisti di questa esposizione - e ad altri enti, è possibile visualizzare i condotti magmatici e altre strutture all’interno del vulcano napoletano mediante una sorta di radiografia che sfrutta queste particelle – muoni e neutrini – capaci di penetrare notevoli spessori di roccia. A progettare il sismografo elettromagnetico per rilevare le vibrazioni indotte dalla dinamica interna del Vesuvio fu nel 1856 Luigi Palmieri, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, primo osservatorio geodinamico al mondo. “Questo strumento, di cui in mostra è esposta una fedelissima copia”, afferma Graziano Ferrari, Responsabile del Progetto SISMOS (Centro Nazionale Terremoti, INGV) nonché curatore dell’allestimento in mostra dello strumento, “oltre a rappresentare simbolicamente l’eredità storica del monitoraggio dell’interno del Vesuvio avviato all’epoca da Palmieri - cosa che oggi si fa appunto anche con i muoni - ricorda ancora una volta le profonde radici storiche della sismologia italiana”. L’inaugurazione si è svolta alla presenza dell’Ambasciatore Italiano a Tokyo S.E. Domenico Giorgi che nel suo intervento, nel ringraziare l’INGV per il prezioso contributo dato alla mostra, ha sottolineato come l’inizio delle relazioni diplomatiche con l’Italia, nel 1866, abbia segnato l’apertura del Giappone a numerosi artisti italiani e, inaspettatamente, anche al contributo dell’illustre vulcanologo italiano Luigi Palmieri. Trattandosi dello strumento più sofisticato del tempo, un esemplare fu acquistato dal Governo giapponese nel 1877. In una lettera di quell’anno - esposta in copia - il ministro Toshimiki Okubu ringrazia Palmieri per il contributo all’installazione a Tokyo di due suoi strumenti: il sismografo, appunto, e l’elettrometro. La partecipazione dell’INGV e dell’INFN a questa nuova frontiera del monitoraggio della dinamica interna dei vulcani dimostra ancora una volta l’eccellenza della ricerca italiana che vede la partecipazione di due ricercatori dell’INGV Osservatorio Vesuviano, Giovanni Macedonio e Mauro di Vito. “L’esposizione dello strumento di Palmieri rappresenta un ulteriore tassello dell’opera di valorizzazione culturale e scientifica della tradizione sismologica italiana che il nostro Istituto porta avanti da quasi trent’anni, in particolare con alcune sue sezioni”, prosegue Ferrari.

Ambasciatore che inaugura

 Nei giorni immediatamente precedenti l’inaugurazione della mostra, in occasione di un incontro su un agreement di collaborazione scientifica ERI-INGV alla presenza del Direttore di ERI, K. Obara, del Responsabile dell’International Office di ERI, K. Satake, del responsabile del progetto Muography di ERI, H. Tanaka, Ferrari ha illustrato l’attività dell’INGV nel recupero scientifico e culturale delle registrazioni sismiche storiche dell’area euro-mediterranea, nonché tutto il processo di recupero e di restauro della documentazione contestuale e della strumentazione storica svolto dal Progetto SISMOS da oltre 15 anni.“E’ stata questa l’occasione anche per mostrare l’importante attività di recupero di strumentazione sismologica e meteorologica da parte del Laboratorio di restauro della strumentazione storica di SISMOS. Attivo da 8 anni, fra le decine di strumenti recuperati, il Laboratorio può vantare il restauro dei sismografi elettromagnetici Palmieri originali, fisso - come quello esposto in mostra - e portatile e il restauro dell’unica coppia di sismografi Omori-Alfani ancora esistente”, aggiunge Ferrari. Progettato agli inizi del secolo scorso da Guido Alfani, direttore dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze dal 1905 al 1940, quest’ultimo strumento ci ricollega idealmente alla sismologia giapponese in quanto variante del sismografo di Fusachiki Omori. Il Responsabile di SISMOS ha anche visitato l’archivio dei sismogrammi storici di ERI e ha presentato ai colleghi giapponesi la nuova release del portale SeismogramRequest per la distribuzione delle oltre 210.000 immagini raster di sismogrammi storici riprodotti da SISMOS. Per ogni sismogramma selezionato dall’utente è possibile scaricarne l’immagine ad altissima risoluzione, i bollettini sismici - oltre 3.000 file pdf - e le costanti strumentali, laddove disponibili. “Nell’ambito della collaborazione che si andrà rafforzando con la firma dell’agreement fra INGV e ERI il prossimo anno, forte è stato l’auspicio dei presenti che i due istituti possano trovare una proficua convergenza di interessi anche in questo settore” ha concluso Ferrari. L’iniziativa espositiva si inserisce nelle celebrazioni dei 150 anni, nel 2016, delle relazioni diplomatiche fra Italia e Giappone.