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L’Etna le scorse settimane è tornato a far parlare di sé con una serie di violente eruzioni sommitali, tra i fenomeni esplosivi più intensi degli ultimi 20 anni. 
I disagi sono stati diversi e hanno interessato soprattutto la popolazione che vive nella Sicilia orientale. Le varie nubi eruttive hanno messo in difficoltà gli aeroporti di Catania e di Reggio Calabria, mentre numerosi comuni dell’area etnea hanno dovuto fare i conti con la coltre di cenere che si è depositata su strade, tetti e balconi. 
A monitorare l’Etna, come sempre 24 ore su 24, sono gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Osservatorio Etneo (INGV-OE) che hanno fornito puntualmente, attraverso i canali istituzionali dell’Ente, l’evoluzione della situazione. 
La sorveglianza vulcanica è condotta mediante un sistema complesso di misure strumentali e osservazioni dirette di fenomeni fisici, geochimici e geologici. L’INGV, quale componente del Servizio Nazionale di Protezione Civile e Centro di Competenza del Dipartimento della Protezione Civile (DPC), assicura la sorveglianza vulcanica sul territorio nazionale attraverso le proprie reti strumentali, per la maggior parte concentrate presso l’Osservatorio Vesuviano per i vulcani della Campania e presso l’Osservatorio Etneo per l’Etna e per le isole Eolie. 
Attività, queste, che richiedono notevoli risorse dedicate sia dal punto di vista infrastrutturale (reti strumentali, sistemi di trasmissione e acquisizione dati, software per il processamento real-time, Sale Operative e sistemi di visualizzazione, connessioni con il centro operativo del DPC), sia di personale dedicato per i turni presso le sale operative e i centri di acquisizione dati, per la misura periodica di parametri rilevati, il mantenimento dell’operatività e lo sviluppo delle reti e dei sistemi di comunicazione, la redazione di bollettini periodici e lo sviluppo di software dedicati.
Durante le emergenze vulcaniche la struttura si mobilita, in particolare attraverso l’attività svolta presso gli osservatori Vesuviano ed Etneo, supportati da personale ricercatore, tecnologo e tecnico proveniente dalle varie sezioni dell’INGV, incrementando ulteriormente le proprie attività, sia in termini di numero e frequenza delle misure e valutazioni effettuate, sia in termini di frequenza e tipologia dei bollettini e delle comunicazioni, sia in termini di numero e impegno delle unità di personale coinvolto. 
Inoltre, alla comunità scientifica e ai singoli ricercatori viene sempre più richiesto, come dovere etico, di condividere con la comunità le conoscenze che via via si acquisiscono. La comunicazione è una responsabilità ancor più sentita in quelle aree esposte ai rischi naturali. In particolare, recenti studi hanno messo in evidenza che chi vive in aree vulcaniche attive come quella vesuviana o etnea indica quale fonte di informazione preferenziale e attendibile proprio la comunità scientifica.  E’ proprio da questa azione di educazione che dipende la consapevolezza delle popolazioni del rischio con cui convivere, consapevolezza che si traduce in comportamenti responsabili in caso di emergenza e che diventa la variabile principale per la sicurezza delle comunità che convivono con i vulcani attivi.
Il nuovo anno è ormai alle porte. Ma prima degli auguri, vorrei ricordare, con uno sguardo anche al futuro, un paio di recenti passaggi. 
Il 24 novembre scorso si è insediato il nuovo Consiglio di Amministrazione, durante il quale si è iniziata la discussione sulle attività che caratterizzeranno il lavoro dell’Ente nei prossimi mesi, mettendo in primo piano le risorse umane e i rapporti con gli altri Enti di ricerca e le Università. Con l’auspicio e l’impegno di mantenere sempre alta l’attenzione verso una ricerca di primissimo piano e di stimolare importanti attività e avanzamenti nel campo dell’innovazione tecnologica e metodologica.
Il 16 dicembre, dopo anni di precariato, saranno in tutto 31 (16 collaboratori tecnici, 12 di amministrazione e 3 operatori tecnici) i vincitori di concorsi riservati che firmeranno il tanto atteso contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il prossimo 1 gennaio, altre 5 unità di personale (3 operatori tecnici, 1 operatore e 1 funzionario di amministrazione) entreranno in ruolo a tutti gli effetti. Nel frattempo, verranno formalizzate le commissioni per i concorsi per ricercatori e tecnologi, nel rispetto del piano pluriennale di assunzioni. 
Naturalmente c'è ancora molto lavoro da fare. Ma grazie all'impegno di tutti, INGV è sulla buona strada.
E’ con fiducioso ottimismo, quindi, che, anche a nome della redazione di INGVnewsletter, auguro a tutta la comunità scientifica e ad ogni singolo lettore un Natale di serenità e un fruttuoso 2016.