Realizzare una fitta rete sismica pan-alpina a larga banda grazie alla condivisione dei dati delle reti sismiche permanenti e all’installazione di un gran numero di stazioni sismiche temporanee. È quanto si prefigge AlpArray, Probing Alpine geodynamics with the next generation of geophysical experiments and technique (
La fase operativa di realizzazione della rete sismica ha preso il via in settembre 2015 e ad oggi sono state installate circa 2/3 delle stazioni temporanee previste dal progetto. “AlpArray”, afferma Claudia Piromallo, ricercatrice dell’INGV e coordinatrice del progetto in Italia, “prende impulso dai recenti sviluppi nei sistemi di osservazione e nelle metodologie proprie della sismica passiva – esperimento
“Vista l’estensione geografica dell’area, i partecipanti alla rete sismica AlpArray combineranno le proprie infrastrutture in uno sforzo transnazionale a una scala mai realizzata prima in Europa, che va dall’acquisizione dei dati, al loro trattamento, all’analisi con le tecniche più avanzate, all’interpretazione e modellazione”, prosegue Piromallo. AlpArray è un’occasione fondamentale per lo scambio di competenze tecniche e scientifiche all’avanguardia. “L’iniziativa”, aggiunge la ricercatrice, “è nata grazie a una federazione di progetti per i quali i finanziamenti vengono richiesti su base nazionale. L’INGV, oltre a condividere i dati delle proprie stazioni permanenti nell’area di interesse, si occupa dell’installazione e della manutenzione sul territorio italiano di 20 nuove stazioni-BB temporanee (figura 1) i cui dati verranno trasmessi in tempo reale” (Figura 3). La partecipazione dell’INGV al progetto AlpArray vede il coinvolgimento del personale afferente a vari gruppi di ricerca e laboratori, nonché l’interazione delle principali infrastrutture dell’istituto, in particolare la
“L’acquisizione di una mole notevole di nuovi dati con una copertura geografica estesa e uniforme permetterà di raffinare le conoscenze sulla struttura e composizione di litosfera e mantello al di sotto dell’area alpina e sul campo di deformazione tridimensionale, conoscenze utili anche ai fini della modellazione geodinamica. Mentre il potenziamento del monitoraggio sismico aiuterà ad individuare e studiare in maggiore dettaglio le aree sismogenetiche della regione alpina”, conclude Claudia Piromallo. La rilevanza del progetto è tale che l’esperimento AlpArray è stato incluso fra gli Obiettivi Strategici (OS) della Struttura Terremoti dell’INGV, per il triennio 2015-2017 (http://terremoti.ingv.it/it/struttura-di-ricerca/lda-t1-geodinamica-e-interno-della-terra/33-contenuti/983-il-progetto-alparray.html).
Esperti INGV coinvolti nel progetto: Aladino Govoni, Ezio D'Alema, Marco Capello, Adriano Cavaliere, Stefania Danesi, Lucia Margheriti, Marco Massa, Salvatore Mazza, Francesco Mazzarini, Stephen Monna, Milena Moretti, Anna Nardi, Davide Piccinini, Claudia Piromallo, Silvia Pondrelli, Simone Salimbeni, Enrico Serpelloni, Stefano Solarino, Massimiliano Vallocchia, Sara Lovati, Marco Santulin