Con un semplice click oggi è possibile condividere archivi, intere collezioni di biblioteche, flussi documentali, collane editoriali e banche dati. Risultato? Accedere a tutte le informazioni online, con evidenti risparmi sia di tempo sia di costi. Un problema sollevato già ai tempi di Paul Otlet, che nel lontano 1934, quando ancora Tim Berners-Lee e il suo World Wide Web non erano ancora nati, arriva a ipotizzare una rete concettuale di telescopi elettronici in grado di consentire a chiunque di rintracciare e consultare ogni tipo di documento, da quello cartaceo a quello audio-video, fino alle illustrazioni, mappe e ogni tipo di artefatti, esposti nelle grandi biblioteche. La sua idea di partenza, immaginare di poter registrare l’intero sapere umano, come una sorta di specchio della memoria, da consultare a distanza, proiettando il documento selezionato su uno schermo individuale. Una vera e propria anticipazione del Web, in formato però analogico. Padre della documentazione, Otlet si distingue, nel 1895, anche per la creazione dell'Ufficio internazionale di bibliografia grazie al quale istituisce, insieme a Henri Lafontaine, il sistema di Classificazione Decimale Universale (CDU), in grado di organizzare e catalogare la conoscenza attraverso schede bibliografiche con formato standard (125 per 75 mm), tuttora in vigore nelle biblioteche di tutto il mondo, in abbinamento alla classificazione informatica. Un ambizioso progetto che prevede la catalogazione di tutto ciò che viene pubblicato nel mondo. Con lo stesso spirito, in questi ultimi anni, hanno preso il via progetti di conversione digitale delle collezioni delle biblioteche, con notevoli vantaggi sia dal punto di vista della conservazione dei fondi librari e archivistici, in particolare quelli rari, sia della valorizzazione delle collezioni e banche dati accessibili via web. Ma, sebbene la digitalizzazione dei documenti possa garantire il diritto di accesso all'informazione, come stabilito dall’art. 21 della Costituzione e dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo, il digital divide (divario tra chi ha accesso alle tecnologie dell'informazione, in particolare personal computer e internet, e chi ne è escluso, in modo parziale o totale), resta comunque in agguato, innescando a volte vere e proprie disuguaglianze. Da qui la necessità di rendere i contenuti accessibili a "tutti", al più filtrati da servizi che selezionano la qualità dell'informazione. A voler percorrere questa strada del libero accesso all’informazione, la responsabile del Centro Servizi Editoria e Cultura Scientifica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Anna Grazia Chiodetti che, con il suo team, in questi ultimi anni ha riorganizzato la rete bibliotecaria dell'Ente (con i suoi oltre 13mila monografie, 650 periodici in forma cartacea, 400 e-book e 2370 periodici in formato elettronico, consultabili online e scaricabili in formato pdf dagli utenti dell'Ente), introducendo i primi servizi elettronici a disposizione dei ricercatori INGV, insieme all'attivazione del periodico online della storica testata Annals of Geophysics e all’archivio digitale Earthprints, per dare massima visibilità alla produzione scientifica dell’Istituto. In questo numero, oltre ai nuovi servizi della Rete Bibliotecaria dell’INGV, si parlerà della nuova veste delle collane editoriali dell’Istituto (Quaderni di Geofisica, Rapporti Tecnici INGV, Miscellanea INGV, Monografie INGV); del Russoite, ultimo minerale scoperto nei Campi Flegrei, che ha preso il nome dal suo papà ricercatore; del Viaggio in Italia di Goethe, con la descrizione dell’affascinante, ma anche temibile, terribile Vesuvio; del ruolo de la Spezia, un faro sul futuro delle tecnologie del mare; degli oltre 1500 visitatori che hanno seguito le attività organizzate dall’Istituto in occasione del Villaggio per la Terra; e, per concludere, dello studio firmato INGV per la rilevazione delle nubi vulcaniche in atmosfera. Si segnala, infine, la recensione del romanzo della vulcanologa americana, Manuela Stefani, Cenere di Mandorlo, edito da Mondadori. Ci rivediamo a settembre, dopo la pausa estiva.
Buone lettura!