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Il sisma che ha colpito nell’agosto del ‘62 il Sannio e l’Irpinia è considerato un terremoto il cui ricordo è rimasto vivo solo nella memoria di coloro che lo hanno vissuto in prima persona. Questo, probabilmente perché altri eventi ben più forti hanno colpito, negli anni, l’Italia repubblicana. Nonostante ciò, per i contemporanei l'evento fu traumatico, e suscitò una grande ondata di solidarietà nei confronti delle popolazioni colpite dalla calamità. Per saperne di più, abbiamo intervistato Maurizio Pignone, geologo dell’INGV, che ha curato una particolare Story maps dedicata a questo evento, liberamente consultabile.

Maurizio, cose accadde il 21 agosto del 1962?

Terra3Il 21 agosto del 1962, un ampio settore dell’Appennino campano, comprendente il Sannio e l’Irpinia, fu colpito da due violente scosse di terremoto, avvenute a distanza di circa dieci minuti l’una dall’altra e che distrussero alcuni comuni nelle province di Benevento ed Avellino. 

La prima scossa avvenne alle 16.56 locali. Non provocò danneggiamenti ma fece sì che la popolazione, allarmata, lasciasse le proprie abitazioni. Tale decisione fu salvifica, in quanto due ore più tardi, alle 19:09 e alle 19:19, altre due violente scosse colpirono duramente la zona. La più forte, di magnitudo stimata 6.1, provocò danni che si estesero fino alle province di Napoli, Foggia, Caserta e Salerno. Dai dati rilevati dal Genio Civile e dal Ministero dei Lavori Pubblici risultano 68 i comuni che vennero danneggiati nelle Province di Benevento e Avellino. Sappiamo, inoltre, che ci furono una ventina di vittime e oltre 16.000 persone rimasero senza una casa. 

A causa della mancanza di una struttura adeguata di protezione civile, in grado di intervenire in maniera coordinata ed in tempi brevi nel caso di calamità, inoltre, la macchina dei soccorsi si attivò solo dopo qualche giorno.

Quali furono gli effetti sull’ambiente di questo terremoto?Terra3

Il sisma ebbe un dupice effetto sull’ambiente. Se da un lato, infatti, aveva riattivato delle frane, dall’altro aveva anche accentuato i dissesti geologici dei rilievi collinari dove si trovavano alcuni dei paesi più colpiti come Apice, Melito Irpino, Pietrelcina e S.Arcangelo Trimonte. 

Proprio a causa dei movimenti franosi, a Melito Irpino e Apice i tecnici del Ministero dei Lavori Pubblici stabilirono lo sgombero dei paesi che vennero, successivamente, ricostruiti in altri luoghi non troppo distanti. 

Che tipo di aree erano quelle dell’Irpinia e del Sannio in quegli anni?

Grazie alla collaborazione tra INGVterremoti e gli autori del libro “21 agosto 1962 – Storia e memoria di un terremoto dimenticato”, recentemente pubblicato, abbiamo analizzato gli aspetti sociali dei territori interessati dall’evento del ‘62. Erano gli anni del cosiddetto «miracolo economico in Italia, ma non tutte le zone del nostro Paese erano state toccate dalla modernizzazione. Irpinia e Sannio, in particolare, erano fra le aree più in difficoltà dell’intero territorio nazionale, con un elevato numero di persone che partivano per cercare fortuna altrove. Ciò fu chiaro nei giorni successivi al terremoto, quando i reportage dei giornali mostrarono le condizioni di arretratezza in cui versavano le popolazioni, ancora legate ad un'economia di sussistenza e prive di una reale prospettiva di sviluppo agricolo capace di garantire un miglioramento delle condizioni di vita.

A seguito di questo evento sismico ci furono dei particolari avvenimenti di carattere folcloristico - popolare. Cosa accadde, esattamente? 

A Napoli, appena sfiorata dal sisma, il 22 agosto venne invocata la protezione del Santo. Il miracolo “supplemetare” del sangue avvenne, ridando fiducia alla popolazione che si sentì così rassicurata dal segno di protezione del Patrono verso la città. 

Nelle settimane successive avvenne inoltre una scomunica, emessa dai vescovi dell’Irpinia nei confronti dei genitori dei bambini irpini e sanniti che inviavano i loro figli nelle colonie del centro e del nord Italia organizzate dalle realtà associative vicine alla sinistra.

Terra3Nonostante ciò, secondo le fonti, la scomunica non causò nessuna “ritirata” dalle colonie, che divennero sempre più un punto di riferimento per le famiglie delle zone terremotate.

Per concludere, per ricordare questo terremoto avete sviluppato una particolare Story Maps. Di che si tratta esattamente e dove è possibile consultarla?

Per questo terremoto “dimenticato” abbiamo creato una Story maps dedicata proprio insieme agli autori del libro, Alessandro Mazzaro e Angelo Coscia. Questa, nei primi due capitoli descrive le caratteristiche della sequenza sismica e gli effetti del terremoto anche attraverso degli studi più approfonditi che hanno permesso di migliorare la conoscenza del campo macrosismico.

Nei capitoli successivi, invece, è possibile trovare un approfondimento storico - sociale sui territori colpiti dal sisma e alcuni degli episodi abbastanza inediti avvenuti a seguito dello stesso, proprio come il miracolo “supplementare” di San Gennaro e la scomunica per i genitori che inviavano i bambini nelle colonie del centro e nord Italia. E’ possibile consultarla liberamente al seguente link.


Per approfondire, link all’articolo sul Blog INGVterremoti