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sezione D

Foto Grotta Guattari, cortesia del prof. Mario Rolfo.

Photo Grotta Guattari, courtesy of prof. Mario Rolfo.

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I "sea-level markers" di Grotta Guattari: le conchiglie che incrostano la volta della grotta.

The "sea-level markers" of Grotta Guattari: the shells that encrust the vault of the cave.

Ns Marra

Modello digitale del terreno (DEM) della fascia costiera del Lazio, elaborato da Cristiano Tolomei (INGV), in cui sono evidenziate con diversi colori le superfici comprese tra determinate quote, corrispondenti ai terrazzi marini ricostruiti indipendentemente attraverso lo studio geomorfologico.

Digital terrain model (DEM) of the Lazio coastal strip, developed by Cristiano Tolomei (INGV), in which the surfaces between certain heights are highlighted with different colors, corresponding to the marine terraces reconstructed independently through the geomorphological study.

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Grotta Guattari, parte del percorso allestito in vista della musealizzazione della grotta.

Grotta Guattari, part of the route set up in view of the cave museum.

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Grotta Guattari, "Veli" stalagmitici formati dalle incrostazioni di carbonato di calcio

Grotta Guattari, stalagmite "Veils" formed by calcium carbonate encrustations

 

Il team di ricercatori esperti di paleoclima da anni indaga sulle coste laziali


La datazione delle oscillazioni del livello del mare sulle coste tirreniche costituisce da alcuni anni l’oggetto delle ricerche del team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). I loro studi e le tecniche di geocronologia sviluppate con il laboratorio della Wisconsin University da tempo forniscono informazioni importanti ai gruppi di scienziati che, ciascuno per il proprio settore, indagano sulla frequentazione umana e sulla ricostruzione del quadro paleoecologico dell’italia peninsulare nel Pleistocene.

Nell’ambito di questi studi, l'INGV ha contribuito allo studio di Grotta Guattari con indagini geologiche finalizzate a fornire gli elementi per datare la frequentazione della grotta e a ricostruire le variazioni climatiche che hanno caratterizzato il contesto ambientale della presenza dell’Uomo di Neanderthal.

“La costa del Circeo" afferma Fabrizio Marra, ricercatore dell'INGV, "a differenza di quella vicino a Roma, è caratterizzata da scogliere calcaree e da grotte che si affacciano 5 - 7 metri sopra l’attuale livello del mare. Le grotte che la caratterizzano, come Grotta Guattari, sono famose per aver offerto riparo all’uomo di Neanderthal. Gli studi che stiamo realizzando insieme a tutti gli enti di ricerca coinvolti si sono concentrati proprio in questo sito, dove sul finire degli anni Trenta venne rinvenuto un cranio di Neanderthal perfettamente conservato”.

I nuovi scavi condotti per conto della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina dal Professor Mario Rolfo dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata, con il quale esiste da anni una stretta collaborazione sulle tematiche concernenti la frequentazione umana nel Pleistocene del Lazio, hanno portato al rinvenimento di nove nuovi reperti umani, tra cui tre frammenti di crani.

“Tra gli elementi di grande interesse paleoclimatico emersi durante gli studi ci sono una serie di indicatori di livello marino conservatisi all'interno della grotta in forma di spiagge ‘fossili’ e depositi di retrospiaggia, che permettono di ricostruire le oscillazioni del livello del mare durante il penultimo periodo interglaciale, tra 125.000 e 80.000 anni fa”, prosegue Fabrizio Marra, che continua “Per fornire datazioni precise degli eventi climatici e dei reperti umani è stato utilizzato un metodo innovativo basato sulla datazione di singoli cristalli di origine vulcanica contenuti all'interno dei sedimenti che costituiscono il riempimento della grotta”.

“Sostanzialmente, quindi, l’idea che abbiamo avuto è stata quella di analizzare la composizione dei depositi trasportati dal Tevere nel delta, alla foce e nel mare in quanto ‘contaminati’ da prodotti vulcanici che ci hanno consentito di datare la loro sedimentazione, e di provare a comprendere come tale stratificazione di materiali abbia risentito della variazione del livello del mare durante il penultimo periodo interglaciale", conclude il ricercatore.

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INGV research on the Lazio coast for the recent discovery of Neanderthal finds from Circeo

The team of researchers, who are experts in paleoclimate, has been investigating the Lazio coast for years

The dating of sea level fluctuations on the Tyrrhenian coasts has been the subject of research for some years by the research team of the Italian Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Their studies and geochronology techniques developed with the Wisconsin University laboratory have long been providing important information to groups of scientists who, each for their own sector, investigate human attendance and the reconstruction of the paleoecological situation of peninsular Italy in the Pleistocene.

As part of these studies, the INGV contributed to the study of Grotta Guattari with geological investigations aimed at providing the elements for dating the cave's frequentation and reconstructing the climatic variations that characterized the environmental context of the presence of Neanderthals.

"The Circeo coast, unlike the one near Rome”, says Fabrizio Marra, researcher at INGV, “is characterized by limestone cliffs and caves that overlook 5-7 meters above the current sea level. The caves that characterize it, such as Grotta Guattari, are famous for offering shelter to Neanderthals. The studies we are carrying out together with all the research bodies involved have concentrated on this site, where a perfectly preserved Neanderthal skull was found at the end of the 1930s”.

The new excavations, conducted on behalf of the Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio for the provinces of Frosinone and Latina by Professor Mario Rolfo of the University of Rome Tor Vergata, with whom there has been a close collaboration for years on issues concerning human attendance in the Pleistocene of Lazio, have resulted in the discovery of nine new human finds, including three skull fragments.

"Among the elements of great paleoclimatic interest that emerged during the studies there are a series of sea level indicators preserved inside the cave in the form of 'fossil' beaches and backshore deposits, which allow us to reconstruct the oscillations in sea level during the penultimate interglacial period, between 125,000 and 80,000 years ago", continues Fabrizio Marra, who adds “To provide precise dating of climatic events and human finds, an innovative method was used based on the dating of single crystals of volcanic origin contained within the sediments that make up the cave filling".

"Basically, the idea we had was to analyze the composition of the deposits transported by the Tiber in the delta, at the mouth and in the sea as they are 'contaminated' by volcanic products that have allowed us to date their sedimentation, and to try to understand how this stratification of materials was affected by the variation in sea level during the penultimate interglacial period”, concludes the researcher.