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Il cosiddetto Tempio di Serapide a Pozzuoli, sulle cui colonne sono visibili i segni lasciati da organismi marini (litodomi) durante le fasi di subsidenza di questo settore della caldera dei Campi Flegrei e quindi sommersione sotto il l.m., avvenute a causa del bradisismo.

 

campiflegrei2In primo piano il Monte Nuovo, ultimo dei coni vulcanici formatisi all’interno della Caldera dei Campi Flegrei (settembre 1538 AD). A sinistra in basso, il Lago di Lucrino, in prossimità del quale sorgeva un tempo il villaggio di Tripergole che fu completamente distrutto dall’eruzione del M. Nuovo, insieme con tutti i suoi edifici civili, religiosi, militari e le antiche sorgenti termali; lo stesso lago di Lucrino fu fortemente ridimensionato dai prodotti dell’eruzione. Sul lato desto del cono vulcanico si scorge l’abitato di Arco Felice-Pozzuoli. Sullo sfondo della foto, il bordo del cratere del monte Gauro, la cui cima a nord prende il nome di monte Sant’Angelo e a sud di monte Barbaro.

 

Ubicazione e altezza massima: 40° 50' 00"N, 14° 10' 00" E; Camaldoli= 458 m s.l.m.

Superficie totale: 130 km2 (stima di massima dell’area calderica, inclusa la parte a mare)

Tipo di vulcano: caldera e coni monogenici

Tipi di eruzioni prevalenti: freatomagmatiche, stromboliane, pliniane

Fenomeni prevalenti: emissioni idrotermali, deformazioni del suolo, sismicità

Inizio attività eruttiva: > 60.000 anni

Ultima eruzione: 1538

Stato di attività: quiescente

Livello di allerta: attenzione


I Campi Flegrei sono un sistema vulcanico la cui attività è cominciata più di 60.000 anni fa.

La loro storia eruttiva è dominata dalle eruzioni dell’Ignimbrite Campana (39.000 anni fa) e del Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni fa), che hanno determinato la formazione di una caldera complessa, sulla cui origine e storia il dibattito scientifico è tuttora acceso.

Durante l’eruzione dell’Ignimbrite Campana, la più violenta dell’area mediterranea, sono state generate correnti piroclastiche che hanno sepolto i due terzi della Campania sotto una spessa coltre di tufi. A seguito di tale eruzione, i Campi Flegrei e una parte dell’area oggi occupata dalla città di Napoli, sono sprofondati, generando una caldera che fu invasa dal mare.

Nei millenni a seguire l’attività vulcanica si è concentrata nell’area all’interno della caldera, formando centri eruttivi e nuova terra emersa.

L’eruzione del Tufo Giallo Napoletano ha devastato un’area di circa 1.000 km2 e ha causato lo sprofondamento di una caldera più piccola, contenuta all’interno della prima. Negli ultimi 10.000 anni, la parte centrale di questa caldera è stata interessata da un sollevamento di circa 90 m, per effetto di un fenomeno di risorgenza che ha profondamente condizionato l’attività vulcanica successiva.

Questa è proseguita all’interno della caldera con più di 70 eruzioni, prevalentemente esplosive, concentrate in tre Epoche di intensa attività, separate da lunghi periodi di quiescenza (Epoca 1= 15.0–9.5 ka; Epoca II= 8.6–8.2 ka; Epoca III≈ 5.5–3.8 ka ca.). L’ultima eruzione è avvenuta nel 1538, dopo un periodo di stasi durato più di 3.000 anni, ed ha generato il cono di tufo del Monte Nuovo. L’eruzione è stata preceduta da importanti fenomeni precursori (sismicità, sollevamenti del suolo nell’area del cratere in formazione, degassamento), è durata una settimana ed è stata dominata da esplosioni freatomagmatiche, con generazione di correnti piroclastiche e depositi da caduta.

Oggi l’area flegrea è sede di intensa attività fumarolica (La Solfatara, Pisciarelli), di attività sismica e di un fenomeno, chiamato bradisismo, che è parte del più generale fenomeno della risorgenza, con il periodico lento sollevamento e abbassamento del suolo. Gli episodi più recenti di sollevamento sono stati quelli del 1969-72 e del 1982-84, quando molti abitanti dell’area, soprattutto quelli del centro storico di Pozzuoli, furono costretti ad abbandonare le proprie case.

Dal novembre del 2005 ad oggi è di nuovo in atto un lento sollevamento del suolo che a ottobre 2023 ha raggiunto circa 115 cm.(stazione GNSS - RITE). Per questa ragione dal 2012 il livello di allerta dei Campi Flegrei è passato a GIALLO. Le reti di monitoraggio INGV-OV indicano una geometria radiale del sollevamento centrato nell'area di Pozzuoli con una velocità massima di circa 15±3 mm/mese da gennaio 2023

Per approfondimenti :

https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-sismico-e-vulcanico/campi-flegrei

Link: https://volcano.si.edu/volcano.cfm?vn=211010