Il sei aprile dell’anno duemilanove, alle ore tre e trentadue, il buio della notte inondava il cielo italiano. In quello stesso minuto, però, sotto il capoluogo aquilano la terra si mosse così tanto che moltissime case, chiese ed edifici pubblici non riuscirono a resistere alla sua forza dirompente.
Quel giorno funesto non si è registrato solo un evento sismico: nonostante la consapevolezza che quel territorio fosse particolarmente esposto ai terremoti, quell’evento e tutta la sequenza sismica associata prima e dopo, ci hanno obbligato a rinnovare e ripensare il modo di comunicare la pericolosità e il rischio sismici. Ogni terremoto insegna, rappresenta un esperimento scientifico nel quale s’impara moltissimo e le conoscenze acquisite devono servire per affrontare meglio gli eventi successivi.
L’INGV ha così analizzato circa 60.000 terremoti di quel periodo; attraverso la tomografia sismica si sono realizzate vere e proprie “TAC” del sottosuolo. E’ stata ricostruita la struttura del sistema di faglie in profondità delineandone, con un’accuratezza mai raggiunta prima, la sua architettura. Si è ricostruito, per esempio, il comportamento dei fluidi nel volume crostale prima e dopo il terremoto, dandoci informazioni estremamente nuove e preziose.
Oltre all’attività scientifica non possiamo non ricordare con ammirazione e orgoglio l’impegno delle donne e degli uomini dell’INGV che da quel 6 aprile, per molti mesi, hanno dedicato tutte le loro energie professionali e di vita, alla popolazione abruzzese ferita, ritornando alla fine del lungo percorso persone il cui arricchimento umano è il valore aggiunto della migliore ricerca scientifica dell’INGV.
E’ importante ricordare i terremoti perché ritorneranno: si tende a metterli in un angolo remoto della nostra memoria nel tentativo di dimenticare gli eventi dolorosi, ma è invece necessario studiarli con sempre maggiore accuratezza e averne paura: solo così li conosceremo al punto da saper costruire con i criteri antisismici più corretti, per salvare vite, case e tessuto sociale. Anche se un domani riuscissimo a prevederli, dobbiamo sempre mettere come priorità la prevenzione, che deve basarsi sulla migliore scienza possibile del fenomeno sismico e dei suoi possibili effetti di amplificazione. Gli anniversari aiutano a non perdere la memoria e a essere consapevoli dell’importanza della ricerca e del lungo e continuo lavoro richiesto per poterci difendere adeguatamente prima che avvengano ancora. Per questo, anche grazie alla Regione Lazio, è stata istituita una giornata da dedicare ai terremoti, il 13 gennaio, per ricordare, in particolare nelle scuole, il terrificante terremoto della Marsica del 1915, con circa 30.000 vittime; la Protezione Civile Nazionale, assieme a vari altri enti, tra cui l’INGV, a ottobre riserverà una settimana alla campagna di sensibilizzazione pubblica sui rischi naturali, a cominciare da IoNonRischio.
Con questo spirito, il mese di aprile de INGVNewsletter è in buona parte dedicato alla nostra attività nel territorio aquilano. La sede dell’INGV a L’Aquila, infatti, è il nostro presidio scientifico e operativo costante in un’area che, come la dorsale appenninica di cui fa parte, è nel dna dell’Istituto e di tutti coloro che vi operano.
L'editoriale del Presidente
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