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Contribuire a un mondo migliore e influenzare positivamente la società partendo da una formazione che permetta di guardare al futuro e al cambiamento con consapevolezza e coscienza critica. È l’obiettivo di Cristina Pozzi divulgatrice e imprenditrice sociale, CEO e Co-Founder di Impactscool, l’organizzazione fondata alla fine del 2016 per diffondere una maggiore conoscenza sugli impatti delle tecnologie emergenti nella società attraverso attività di formazione gratuite nelle scuole, nelle università e nelle aziende. Per saperne di più e capire perché è così importante crearci delle “immagini del futuro” abbiamo avuto il piacere di intervistare la dott.ssa Pozzi che, con l’occasione, ci ha raccontato qualcosa di sé. 

ospite donoreCristina, Lei è tra le 40 European Young Leader del 2020 per l’organizzazione no-profit Friends of Europe, ovvero tra le persone in grado di dare risposte innovative alle nuove sfide internazionali. Cosa significa per Lei aver ricevuto questo riconoscimento?

Per me è una sfida e allo stesso tempo una grandissima responsabilità perché questo riconoscimento dà alle persone che lo ricevono una serie di opportunità veramente utili sia per una crescita personale sia come strumento per fare di più nel settore per cui si è stati nominati all’interno del gruppo. Farne parte mi permette un confronto da un lato con le tante persone che nei loro Paesi stanno portando avanti attività bellissime rispetto all’educazione al futuro, dall’altro con i decisori politici. Dialogare con loro è indispensabile perché per accelerare i cambiamenti che partono dal basso servono nuove leggi.

Lei ha fondato nel 2016 Impactscool, organizzazione dedicata al Future Critical Thinking. Di che si tratta esattamente?

A me piace dire che Impactscool si occupa di educazione del futuro ma anche di educazione al futuro. L’organizzazione nasce alla fine del 2016 per creare una maggiore consapevolezza sugli impatti delle tecnologie emergenti nella società e portare, anche in Italia, una riflessione più strutturata sul futuro attraverso attività di formazione gratuite nelle scuole, nelle università e anche nelle aziende per formare manager e dipendenti e ispirarli nel processo di innovazione. Inoltre, ci occupiamo di divulgazione scientifica attraverso il nostro giornale online, Impactscool Magazine.

Qual è l’obiettivo di Impactscool?

L’obiettivo è quello di trasmettere metodi innovativi ai docenti e ai ragazzi che li rendano capaci di pensare al futuro in modo scientifico con un atteggiamento critico, attraverso strumenti in grado di accompagnare il ragionamento in modo semplice, lineare e ordinato. È un approccio che permette da un lato di comprendere quali sono gli aspetti dell’avvenire che siamo in grado, anche individualmente, di influenzare e come; dall'altro ci permette di capire il contrario, cioè quali di questi aspetti non possiamo modificare e quale impatto avranno sulla nostra vita. Si tratta di comprendere come reagire ai cambiamenti inaspettati, pensiamo al Covid19 e facciamo un esempio: non è possibile evitare la pandemia ma possiamo prepararci ad agire al meglio. Con delle simulazioni si possono approfondire le potenziali dinamiche associate ad un evento simile e mettere a punto delle strategie utili. Si tratta di allenare un pensiero orientato all’azione che permette sia di far fronte ai cambiamenti sia di imparare come progettare nel migliore dei modi le nostre azioni per essere persone più responsabili e consapevoli anche rispetto alla società.

Come è iniziata la Sua avventura imprenditoriale? 

Era il 2006, avevo una laurea in Economia e mi occupavo di consulenza strategica in una società di consulenza multinazionale. Il mio capo, Andrea Dusi, mi propose di metterci in proprio ed io accettai. Questa prima esperienza di lavoro terminò con la vendita della società e, dal 2016, ci siamo dedicati ad Impactscool. Credevamo fermamente nell’importanza di “saper” pensare al futuro, anche a lungo termine, e di usare tale capacità per prendere decisioni migliori. Abbiamo sentito la voglia di contribuire a un cambiamento che fosse anche culturale... e quindi siamo partiti dalle scuole.

Ha avuto difficoltà a creare un ambiente “scientifico” nuovo? 

Sì. Quando nel 2016 entravamo nelle scuole e dicevamo che eravamo lì per educare al futuro le persone ci guardavano con sospetto, mostravano un maggiore interesse solo quando parlavamo di tecnologie emergenti, che rappresentano solo una parte degli elementi degli scenari del futuro. Per noi è importante parlare di intelligenza artificiale, blockchain e quantum computer ma non è tutto. Nonostante ciò abbiamo capito che ci conveniva presentarci come un progetto legato alle nuove tecnologie pur usando metodi legati al Future Critical Thinking e così abbiamo iniziato la nostra avventura. Oggi le cose stanno diversamente, la parola futuro è sempre più utilizzata, è quasi un mantra, e desta molto interesse quello che facciamo, cioè insegnare a immaginare il futuro in modo scientifico. Mentre prima lavoravamo per lo più all’estero ora siamo contattati da un numero sempre maggiore di aziende italiane che richiedono i nostri servizi di formazione.

Quale traguardo vorrebbe raggiungere che rappresenta “nothing is impossible”?

Il mio desiderio è quello di raggiungere nel tempo, con Impactscool, tutti gli studenti italiani per trasmettere loro questi nuovi metodi e contenuti sul Future Critical Thinking creando così una vera e propria rivoluzione all'interno del nostro sistema educativo. Questo importante obiettivo lo stiamo perseguendo attraverso la formazione dei docenti che seguiamo e a cui mettiamo a disposizione tutte le nostre risorse.

Ci racconta un momento della sua vita particolarmente importante?

Sì, vorrei raccontarvi il momento della mia vita in cui ho “cambiato direzione”. Avevo iniziato da poco uno stage come consulente a Milano e lavoravo con Andrea Dusi, il mio capo. Un giorno mi invitò a prendere un caffè e in quella occasione mi propose di aiutarlo in un suo progetto di impresa. L’attività non mi avrebbe portato uno stipendio e avrebbe comportato dei sacrifici perché comunque il tempo a disposizione andava conciliato con il lavoro e il resto dei miei impegni. Nonostante ciò lavorare con Andrea era ogni volta stimolante: avevo sempre molto da imparare dai progetti a cui collaboravo e, inoltre, mi divertivo tantissimo: non seppi quindi dire di no! Ecco, c’è una cosa che ripeto spesso agli studenti quando devono fare una scelta riguardo al loro impiego: cercate sempre di essere in un luogo in cui potete apprendere tanto e dove ci siano persone con cui vi divertite a collaborare e da cui potete imparare per crescere. 

Prima di quel giorno non avrei mai pensato di fare impresa, se me lo avessero “predetto” non ci avrei mai creduto. Da quella collaborazione, dopo qualche anno, è nata Impactscool. Ecco questo aneddoto racconta la mia dinamica da imprenditrice e da allora, prendendo spunto dalla mia esperienza, cerco di insegnare ai giovani a scegliere la via lavorativa che permette loro di imparare divertirsi con persone quanto più stimolanti.

Una persona che ha cambiato la Sua vita?

Sicuramente una persona che ha cambiato, anche di molto, il mio percorso è proprio il mio socio Andrea Dusi. È stato lui che mi ha allenata a pensare fuori dagli schemi e a uscire dalla mia zona di comfort. Iniziare a lavorare con lui ha rappresentato nella mia vita un momento alla “Sliding doors”. Oggi quello che cerchiamo di insegnare attraverso i nostri metodi di approccio al futuro è che esistono tante opzioni disponibili. Non esiste un unico futuro possibile, ci sono molte strade possibili da percorrere ed è bene esaminarle tutte.

La creatività è alla base della ricerca. Per lei quale valore assume nel lavoro e nella vita?

Credo che la creatività sia una delle competenze più importanti che possiamo allenare e acquisire nel tempo perché ci permette di uscire dagli schemi e di fare, quindi, scelte non scontate. La creatività permette di inventare soluzioni, prendere vie inesplorate e questo è un aspetto importante anche nella vita lavorativa perché ci troviamo in un contesto nel quale aumenta sempre di più la necessità di essere in grado di risolvere problemi molto complessi, in un mondo sempre più interconnesso e globalizzato. Aprire la mente permette di sviluppare una attitudine al problem solving anche rispetto a problemi nuovi, ecco perché la creatività diventa una competenza tra le più richieste nel mondo del lavoro del futuro, non basta solo una buona capacità logica. Bisogna però sottolineare l’aspetto dell’apprendimento: non si nasce creativi, ci si può allenare attraverso metodologie specifiche!

“Benvenuti nel 2050” è il Suo libro, una vera e propria guida turistica dove la destinazione è il futuro. Redatta per tutti quelli che vogliono comprendere gli impatti che innovazione e tecnologia avranno nelle nostre vite, la guida ci propone non uno ma tanti scenari per 2050… quale messaggio vorrebbe trasmettere “al futuro” dal 2020?

Dal 2020 vorrei chiedere scusa per tutti gli errori che, purtroppo, abbiamo fatto ma anche mandare un messaggio positivo perché è proprio da oggi che può iniziare il cambiamento. Mi piacerebbe poter dire al 2050 “vi ricordate quando nel 2020 ci siamo resi conto che serve vivere secondo una logica più sostenibile e abbiamo iniziato a cambiare strada?” Si tratta di compiere sin da oggi piccoli passi che ci porteranno ad un futuro migliore.

Il lockdown ha imposto uno stile di vita dove l’uso della “tecnologia” ha subito uno stress test impensabile fino a qualche mese fa. Secondo lei, come osservatrice sul futuro, questo porterà a cambiare gli stili di vita in maniera permanente? In positivo o in negativo?

Credo che questo aumento dell’utilizzo della tecnologia sia molto importante anche se purtroppo è arrivato nel peggiore dei modi possibili. Ha creato una grandissima consapevolezza in tutti noi sul fatto che abbiamo degli strumenti tecnologici a disposizione e troppo spesso non li sappiamo usare. Anche nel mondo della scuola, con l’educazione a distanza, è stato affrontato un primo step ma fare le cose in modo diverso richiede un'educazione a nuovi metodi di lavoro e di insegnamento. Ora è importante familiarizzare con i vari strumenti disponibili per includerli sempre, anche se si lavora o insegna in presenza. Il digitale non è solo una distrazione o qualcosa che ci separa ma è qualcosa che ci unisce e che ci permette di collaborare meglio, l’aspetto più importante in questo momento è quello di cogliere queste opportunità proprio perché la tecnologia può dare nuovi strumenti per fare le cose in maniera diversa. Il cambio, secondo me, non può che essere positivo.

Il “futuro” è da tempo oggetto di studio e in Finlandia è persino una materia insegnata a scuola dalle elementari. Gli italiani sono culturalmente molto radicati nelle tradizioni, che affondano nella culla della civiltà. Quali potrebbero essere i benefici se anche in Italia i ragazzi seguissero “lezioni di futuro”? 

Studiare il futuro non significa abbandonare le tradizioni anzi, significa analizzare il presente il passato, nonostante possa sembrare un controsenso. In realtà se vogliamo avere il giusto approccio al futuro dobbiamo partire ben radicati su quello che conosciamo, come le dinamiche che nel passato hanno influenzato i grandi cambiamenti della storia. Fare ciò permette di trovare una serie di suggerimenti e idee su come il futuro si potrebbe evolvere. Chiaramente non possiamo prevedere esattamente come andranno le cose però presente e passato possono fornire modelli utili per affrontare i cambiamenti. In tal senso è importante sottolineare quanto siano utili discipline come la storia: a volte gli studenti non riescono a comprendere perché questa materia sia così importante proprio perché non sanno come la utilizzeranno nel proprio lavoro. Andare a comprendere le radici e le tradizioni invece ci permette di capire meglio il futuro. Un secondo aspetto per quanto riguarda i benefici che si possono avere andando “a scuola di futuro” è quello di allenare la mente a ridisegnare le cose e metterle in discussione, competenza utile nel lavoro come nella vita privata. Esistono più futuri possibili ed è importante che le persone siano responsabili e consapevoli del fatto che si può fare sempre meglio. Ne trae beneficio l’intera società.

Perché è così importante crearsi delle immagini del futuro?

Crearsi delle immagini del futuro è un’operazione fondamentale che di fatto compiamo ogni volta che facciamo una scelta sulla base di proiezioni mentali. Un esempio è quando decidiamo come vestirci e se portare con noi l’ombrello, pensando alla giornata che ci aspetta. Ecco, su una linea temporale più lunga possiamo proiettare le nostre vacanze, un percorso di studi, immaginare se un giorno avremo dei figli o meno… Tutte le scelte che compiamo tengono conto del “futuro” che ci siamo costruiti nella nostra mente e immaginare più “futuri” permette di avere maggiori opzioni. Nel mio caso non avevo mai pensato di diventare un’imprenditrice ma quando questa immagine si è fatta strada nella mia mente ha cambiato completamente la mia vita in positivo, fornendomi delle scelte “in più” che non avevo considerato prima. Le immagini del futuro che noi abbiamo in mente sono importantissime, inoltre, perché orientano le nostre azioni e quindi di fatto finiscono per autorealizzarsi: siamo così influenzati dalle nostre proiezioni che finiamo per agire nella direzione delle stesse. Ecco perché è importantissimo ampliare le proprie immagini del futuro; il passo successivo è imparare a identificare quelli che possono essere i “futuri preferibili” per noi ma anche per la collettività, in modo sostenibile e inclusivo. 

Quali saranno secondo Lei le caratteristiche e le competenze vincenti per il mondo del lavoro di domani?

Sicuramente oltre alla creatività, che abbiamo già citato, ci sono una serie di soft skills fondamentali per il mondo del lavoro di domani come la capacità di lavorare in gruppo, la capacità di comunicare, la capacità di risolvere problemi complessi e infine la capacità di “unire i puntini” apparentemente separati con un atteggiamento orizzontale e interdisciplinare. Un altro aspetto molto importante è quello del trasferimento delle conoscenze in diversi ambiti: il mondo del lavoro del futuro sarà molto flessibile quindi saranno avvantaggiati coloro che hanno sviluppato la capacità di muoversi tra settori differenti, in un'ottica di apprendimento continuo. Da un punto di vista pratico consiglio a tutti di familiarizzare con i linguaggi di programmazione e l’intelligenza a artificiale. Tutti i lavori del futuro avranno a che fare con queste tecnologie, è importante imparare a dialogare con loro. C’è dell’altro però. Personalmente penso che sia molto importante avere nel proprio bagaglio capacità critica, di analizzare i problemi e di fare ragionamenti ordinati… per questo mi sono iscritta a un corso universitario di Filosofia.

Per concludere, un messaggio per i giovani di oggi, adulti del 2050?

Il mio messaggio è un “grazie” perché sarà grazie alla loro energia e al loro entusiasmo che riusciremo a risolvere i problemi che oggi ci affliggono, a partire dal cambiamento climatico. Noi possiamo fornire a questi ragazzi degli strumenti perché riescano al meglio in questi obiettivi e allo stesso tempo dobbiamo lasciar loro spazio d’azione. Sono una ottimista e lo scenario che vedo è positivo, ecco perchè voglio ringraziare i giovani a cui mi rivolgo: continuate così con il vostro entusiasmo e con la voglia di cambiare le cose in meglio, è grazie a voi che andremo nella direzione giusta!