Promuovere la ricerca scientifica europea sull'ambiente marino profondo, sotto l’egida della Commissione Europea è l’obiettivo del Consorzio di Ricerca Europeo EMSO ERIC, presentato in questi giorni a Roma, presso l’Associazione Stampa Estera in Italia.
Con otto paesi fondatori, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo, Romania, Regno Unito e Spagna, EMSO (
Grazie a questa infrastruttura sarà possibile per i ricercatori raccogliere dati di qualità e monitorare nell’arco degli anni sia fenomeni a lenta evoluzione sia eventi a rapida evoluzione come le eruzioni vulcaniche e la sismicità con origine in aree sottomarine, le correnti oceaniche, gli tsunami, le instabilità di versanti sottomarini e l’impatto biologico, chimico e fisico di violenti eventi climatici. “EMSO”, spiega Robert–Jan Smits, Direttore Generale della DG Ricerca e Innovazione della Commissione Europa, “incoraggia le diverse comunità scientifiche a lavorare insieme: la complessità delle sfide sociali, infatti, richiede un approccio fortemente multidisciplinare. Ciò risulta cruciale nelle Scienze Ambientali e nelle Scienze della Terra, che si caratterizzano per processi ed ecosistemi tra loro interconnessi”. Anni di collaborazioni nel settore degli osservatori sottomarini hanno creato un network di enti di ricerca che partecipano a numerosi programmi internazionali e che hanno l'obiettivo di coordinare, con una visione unificata, infrastrutture analoghe a EMSO per costituire una rete globale: i principali player extra-europei sono Giappone, Stati Uniti, Canada, Australia a cui si sono aggiunti recentemente Cina, Taiwan e Corea del Sud.
Il monitoraggio continuo e globale degli oceani è una sfida di grande importanza e di difficoltà paragonabile all'esplorazione dello spazio: elementi cruciali sono lo studio accurato e l'ottimizzazione dei dispositivi utilizzati per rendere ogni singolo osservatorio utile a molteplici obiettivi scientifici, la garanzia di una lunga autonomia energetica, la scelta di materiali che assicurino resistenza alla corrosione. L’evento ha visto, inoltre, la partecipazione di Fulvio Esposito del MIUR e di Carlo Doglioni, Presidente dell’INGV, ente capofila per l’Italia, che ha ricordato come “in un momento in cui l’ideale dell’Europa Unita sembra essere messo in dubbio, sia necessaria e irrinunciabile una dimensione europea per qualsiasi collaborazione di successo in campo scientifico”. Il Presidente dell’INGV ha anche evidenziato l’importanza di una infrastruttura di osservazione marina perché “l’ambiente oceanico vive gli stessi fenomeni che ci colpiscono drammaticamente di volta in volta, come disastrosi terremoti ed eruzioni vulcaniche, ed è il luogo di generazione di tsunami”; riferendosi alla recente cronaca, ha inoltre spiegato come “Gli eventi climatici estremi, come quelli che hanno recentemente colpito l’Italia e che ci aspettiamo che accadano sempre più spesso, sono parte integrante dei cambiamenti climatici globali, nei quali l’oceano ha un ruolo-chiave di regolazione”.
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