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Promuovere la ricerca scientifica europea sull'ambiente marino profondo, sotto l’egida della Commissione Europea è l’obiettivo del Consorzio di Ricerca Europeo EMSO ERIC, presentato in questi giorni a Roma, presso l’Associazione Stampa Estera in Italia.

Con otto paesi fondatori, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo, Romania, Regno Unito e Spagna, EMSO (http://www.emso-eu.org) è un’infrastruttura di ricerca europea su scala continentale nel campo delle scienze ambientali marine. È composta da sistemi automatici sottomarini per l'osservazione di fenomeni naturali a grandi profondità, che forniscono grandi flussi di misure al fine di studiare e comprendere la complessità dei cambiamenti climatici, di aiutare a difendere gli ecosistemi marini dalla progressiva degradazione e di contribuire a mitigare i rischi naturali. “EMSO ha al suo attivo 11 osservatori marini in oceano profondo e 4 siti per test in acque basse” spiega Laura Beranzoli, Dirigente Tecnologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) “per il monitoraggio a lungo termine, anche in tempo reale, di processi ambientali che riguardano la geosfera, la biosfera e l’idrosfera e le loro interazioni. Gli osservatori sono posizionati in siti di grande interesse scientifico dall’Artico all’Atlantico al Mediterraneo fino al Mar Nero, e formano una infrastruttura europea su vasta scala al servizio della comunità scientifica internazionale”. “EMSO”, prosegue Beranzoli, “offre la possibilità di effettuare misure e osservazioni scientifiche dall'Artide alle aree subtropicali in modo continuo e ad alta risoluzione, con una grande varietà di strumenti di misura ed è anche in grado di ospitare esperimenti proposti da ricercatori e industrie. L'infrastruttura si pone a servizio di un ampio spettro di discipline ma il suo vero punto di forza è la capacità di promuovere, grazie alla presenza nei suoi osservatori di una grande varietà di strumenti di misura, un approccio realmente multi- e interdisciplinare includendo la biologia, la geofisica, la bio-geo-chimica, l'ingegneria marina e le scienze informatiche. EMSO è coordinata da un consorzio che intende così promuovere attivamente la ricerca scientifica europea sull'ambiente marino, sotto l’egida della Commissione Europea”.

Grazie a questa infrastruttura sarà possibile per i ricercatori raccogliere dati di qualità e monitorare nell’arco degli anni sia fenomeni a lenta evoluzione sia eventi a rapida evoluzione come le eruzioni vulcaniche e la sismicità con origine in aree sottomarine, le correnti oceaniche, gli tsunami, le instabilità di versanti sottomarini e l’impatto biologico, chimico e fisico di violenti eventi climatici. “EMSO”, spiega Robert–Jan Smits, Direttore Generale della DG Ricerca e Innovazione della Commissione Europa, “incoraggia le diverse comunità scientifiche a lavorare insieme: la complessità delle sfide sociali, infatti, richiede un approccio fortemente multidisciplinare. Ciò risulta cruciale nelle Scienze Ambientali e nelle Scienze della Terra, che si caratterizzano per processi ed ecosistemi tra loro interconnessi”. Anni di collaborazioni nel settore degli osservatori sottomarini hanno creato un network di enti di ricerca che partecipano a numerosi programmi internazionali e che hanno l'obiettivo di coordinare, con una visione unificata, infrastrutture analoghe a EMSO per costituire una rete globale: i principali player extra-europei sono Giappone, Stati Uniti, Canada, Australia a cui si sono aggiunti recentemente Cina, Taiwan e Corea del Sud.

Il monitoraggio continuo e globale degli oceani è una sfida di grande importanza e di difficoltà paragonabile all'esplorazione dello spazio: elementi cruciali sono lo studio accurato e l'ottimizzazione dei dispositivi utilizzati per rendere ogni singolo osservatorio utile a molteplici obiettivi scientifici, la garanzia di una lunga autonomia energetica, la scelta di materiali che assicurino resistenza alla corrosione. L’evento ha visto, inoltre, la partecipazione di Fulvio Esposito del MIUR e di Carlo Doglioni, Presidente dell’INGV, ente capofila per l’Italia, che ha ricordato come “in un momento in cui l’ideale dell’Europa Unita sembra essere messo in dubbio, sia necessaria e irrinunciabile una dimensione europea per qualsiasi collaborazione di successo in campo scientifico”. Il Presidente dell’INGV ha anche evidenziato l’importanza di una infrastruttura di osservazione marina perché “l’ambiente oceanico vive gli stessi fenomeni che ci colpiscono drammaticamente di volta in volta, come disastrosi terremoti ed eruzioni vulcaniche, ed è il luogo di generazione di tsunami”; riferendosi alla recente cronaca, ha inoltre spiegato come “Gli eventi climatici estremi, come quelli che hanno recentemente colpito l’Italia e che ci aspettiamo che accadano sempre più spesso, sono parte integrante dei cambiamenti climatici globali, nei quali l’oceano ha un ruolo-chiave di regolazione”.

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