Un coordinamento nazionale per il monitoraggio e lo studio dell'ambiente marino: la Joint Research Unit Emso Italia (JRU) presentata nella sede romana dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Ad aprire i lavori del meeting, il Presidente dell'INGV Stefano Gresta.
“La costituzione della JRU, una squadra nazionale di ricercatori e ingegneri trasversale a enti pubblici di ricerca e Università italiane, rappresenta un approccio multidisciplinare e di ‘economia di scala’ nella ricerca scientifica e tecnologica rivolta alle scienze marine e allo studio dei nostri mari”, spiega Paolo Favali, dirigente di ricerca dell’INGV e coordinatore scientifico di EMSO (European Multidisciplinary Seafloor and water-column Observatory). Le organizzazioni coinvolte mettono in campo le proprie risorse di apparecchiature e competenze con l’obiettivo comune di monitorare lo stato di salute del Mediterraneo centrale e acquisire dati relativi all’impatto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità e ai rischi naturali. Attraverso la JRU l'Italia rafforza la sua leadership all'interno di un programma di ricerca di lunghissimo termine che ha nell'infrastruttura europea di ricerca EMSO, il suo fulcro. La JRU è la risposta alle grandi iniziative internazionali nella ricerca marina che permetterà all'Italia di mantenere una posizione di primo piano nella partecipazione a EMSO, con strumenti e competenze all'avanguardia in grado di attrarre giovani ricercatori e di fornire utili servizi a istituzioni, industrie e Piccole e Medie Imprese (PMI). “L’incontro tra Presidenti e Direttori”, aggiunge Laura Beranzoli, dirigente tecnologo dell’INGV e coordinatore EMSO, “ha rappresentato la formalizzazione del contesto della collaborazione: da questo momento in poi, gli scienziati e i tecnici saranno impegnati a rendere pienamente operative le rispettive infrastrutture di ricerca, consentendo il loro utilizzo e l’accesso ai dati acquisiti non solo ai ricercatori degli enti della JRU ma a tutti i soggetti interessati ovvero scienziati di altri enti anche stranieri, industrie e istituzioni. La costituzione del consorzio europeo EMSO, previsto tra febbraio e aprile prossimi, aiuterà a sviluppare la dimensione internazionale della JRU”. La costituzione della JRU coincide con la fase conclusiva di un importante investimento del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), con il contributo dei fondi strutturali europei, rappresentato dal progetto denominato EMSO-MedIT che ha avuto proprio lo scopo di aggiornare e ampliare infrastrutture di ricerca già operative in Campania, Puglia e Sicilia. “Queste infrastrutture monitorano l'attività sismica e vulcanica a fondo mare, la dinamica e lo stato di salute del mare e degli organismi che lo abitano e gli scambi con l'atmosfera, permettendo di seguire i cambiamenti indotti sulla biodiversità dalle variazioni climatiche e dall'attività umana, di effettuare test in laboratorio e di sostenere lo sviluppo di tecnologie per applicazioni in ambiente marino”. prosegue Beranzoli. Fanno parte di questa rete, sistemi fissi per il monitoraggio nel Golfo di Napoli e di Pozzuoli e a largo delle coste della Sicilia orientale e meridionale, mentre una dotazione di stazioni di monitoraggio riposizionabili sono state realizzate per intervenire a seguito di eventi naturali che costituiscano un rischio per l'ambiente e per la popolazione. All’incontro hanno partecipato i presidenti e i rappresentanti dei principali enti coinvolti, ovvero: INGV, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Stazione Zoologica 'Anton Dohrn' (SZN), Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare (CoNISMa), Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (INOGS), e l'Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA).