Il Presidente Carlo Doglioni presenta il documento di vision decennale con il quale l’INGV intende lanciare il progetto Working Earth (WE)
“Rilanciare lo studio delle Terra, capire come è fatta e come funziona, per avere un migliore rapporto tra la Terra stessa e l’Uomo. È questa la strada da percorrere per 'volare' alto. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è la più importante istituzione di geoscienze non solo in Italia ma anche in Europa ed è una struttura di riferimento a livello internazionale. Il mio obiettivo è dargli la credibilità e l’autorevolezza che merita. Io sono uno di voi, e sono qui per lavorare con voi e per voi". Con queste parole il neopresidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Carlo Doglioni, nel giorno del suo insediamento, ha salutato lo scorso 6 maggio tutto il personale dell’Istituto, presente e in videoconferenza, aprendo i lavori della giornata dedicata al ricordo del terremoto del Friuli a 40 anni dall'evento che sconvolse quelle terre, che si è tenuta presso la sede romana dell’Ente. “L’Istituto”, ha inoltre ribadito il Presidente, “ha tra le sue principali finalità lo studio dei meccanismi di funzionamento della Terra. Abbiamo raggiunto importanti traguardi nella conoscenza dell’origine dell’universo, ma conosciamo ancora troppo poco quale sia la natura del corpo celeste su cui viviamo. È arrivato il momento di impegnarci maggiormente per comprendere come si è formata la Terra e quali sono le leggi che la governano”. Già da tempo la comunità delle geoscienze italiane (INGV, Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale-OGS, Università), intrattiene collaborazioni con le principali istituzioni straniere del settore. E proprio sulla base di questo principio, il Presidente in questi giorni ha fortemente voluto un documento di vision decennale che rappresenta una parte significativa del Piano Triennale 2016-2018, recentemente approvato dal Consiglio di Amministrazione (CdA) dell’Ente, con il quale l’INGV intende lanciare il progetto decennale Working Earth (WE), dove WE sta anche per “noi” esseri umani che della Terra siamo parte. L’obiettivo cardine è ambizioso, cioè ripartire con lo studio della struttura e dell’evoluzione del pianeta: conosciamo quasi più come è fatta la Luna o Marte che non la Terra. Il progetto prevede quattro fasi fortemente complementari tra loro: dalla produzione di un nuovo modello di Terra, grazie all’approfondimento di tecniche analitiche della composizione chimico-fisica dei livelli che costituiscono il pianeta (dal nucleo, al mantello, dalla litosfera fino all’atmosfera), alle conoscenze dei meccanismi di movimento all’interno dei vari livelli della Terra, fino al miglioramento del rapporto dell’uomo con i rischi naturali e all’implementazione di nuove strategie per il reperimento di risorse energetiche rinnovabili. “Questo progetto”, afferma Doglioni, “sarà utile sia per sviluppare una conoscenza di base e applicata, sia per migliorare il rapporto Terra-Uomo, rispondendo a un’esigenza ogni giorno più sentita dalla popolazione. Mi auguro che l’Istituto possa essere sempre più un elemento costruttivo per la cultura nazionale, in particolare su questi temi ambientali e di sicurezza”.