Discorso del Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Prof. Carlo Doglioni, nella cerimonia per il Ventennale dell’INGV 29/9-1/10 2019
Discorso del Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Prof. Carlo Doglioni, nella cerimonia per il Ventennale dell’INGV 29/9-1/10 2019
E’ un Istituto che ha apparentemente superato la maturità da soli due anni ma che, in realtà, affonda le sue radici nell’800 quando nacquero l’Osservatorio Vesuviano e l’Osservatorio Etneo, con grandi pionieri della vulcanologia e della sismologia, da Macedonio Melloni a Luigi Palmieri, da Giuseppe Mercalli a Giuseppe Imbò, per arrivare ad Alfred Rittmann. L’Istituto Nazionale di Geofisica, voluto da Guglielmo Marconi nel 1939 per gemmazione dal CNR, l’Istituto del Rischio Sismico di Milano, l’Istituto di Geochimica dei Fluidi di Palermo di cui ricordiamo il grande contributo di Marcello Carapezza e Mariano Valenza, l’Istituto Internazionale di Vulcanologia di Catania - sempre del CNR: questi cinque enti, per la lungimiranza di Franco Barberi, si sono fusi nell’attuale INGV, formalizzato dal Decreto Legislativo n. 381 del 29 settembre 1999 e di cui Enzo Boschi fu il primo Presidente.
L’INGV ha un patrimonio formidabile di strumenti e laboratori per auscultare la Terra e carpirne i segreti, ma la sua ricchezza più grande sono le circa 1000 persone che con passione lo fanno vivere quotidianamente, nella consapevolezza del privilegio di lavorare per la crescita delle conoscenze, ma anche con la responsabilità e l’orgoglio di contribuire alla sicurezza dei cittadini.
Il nostro scopo è svelare la struttura e i meccanismi di funzionamento della Terra per tradurli in crescita culturale, sociale, ambientale ed economica.
Sappiamo che l’Italia spende ancora troppo poco in ricerca e sviluppo: circa l’1%,del PIL, quando la percentuale in Europa è almeno doppia. Leopold Senghor, quando divenne Presidente del Senegal pretese che l’investimento in cultura dello stato passasse a una percentuale a due cifre, spronando la sua nazione di fatto a un grande passo avanti anche dal punto di vista industriale.
Sì, servono più risorse: studiare la terra non è meno importante che cercare gli esopianeti a migliaia di anni luce: qui ci viviamo, qui abbiamo seri e concreti problemi ambientali ed economici. Qui dobbiamo ancora trovare il senso della vita, della nostra origine. Qui dobbiamo difenderci dalla vitalità della natura con i suoi terremoti, tsunami, vulcani, frane, alluvioni e degassamenti insidiosi e silenziosi.
Sono personalmente d’accordo con la proposta del Ministro Fioramonti di reperire nuove risorse per l’istruzione e la ricerca tassando alimenti che sappiamo essere non del tutto salubri: è una proposta politica saggia che vuole trasformare comportamenti ‘viziosi’ in virtuosi, una scelta per virare in positivo atteggiamenti sociali dannosi.
L’INGV deve molto al Dipartimento di Protezione Civile Nazionale che sostiene costantemente le nostre attività di monitoraggio e sorveglianza sismica e vulcanica. Grazie, quindi, ad Angelo Borrelli per il suo grande impegno come Capo Dipartimento e grazie ai colleghi della Commissione Paritetica DPC-INGV Luigi D’Angelo e Mauro Dolce.
Siamo consapevoli che possiamo e dobbiamo crescere nella capacità di detezione dei fenomeni, nella qualità dell’informazione alla Protezione Civile e ai cittadini.
Migliorarci è il nostro obiettivo. Con i progetti PON del MIUR abbiamo come priorità anche quella di aggiornare la rete sismica nazionale, la rete geodetica, incrementare le strumentazioni in generale. In Italia abbiamo 400 stazioni sismiche, in Giappone sono 5000 e molte posizionate in pozzo, con una migliore qualità del rapporto segnale/rumore.
