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Un nuovo modello per la previsione probabilistica dei terremoti nei Campi Flegrei integra, per la prima volta, i dati sulla deformazione del suolo nei modelli sismologici statistici

 

I dati sulla velocità di deformazione del suolo per il miglioramento delle capacità di previsione probabilistica a breve termine dei terremoti nell’area dei Campi Flegrei. Tali misurazioni sono state integrate per la prima volta nei modelli sismologici statistici, grazie alla ricerca “Adding strain rate information into a short-term seismicity model improves forecasting performances: the case of Campi Flegrei, Italy”, pubblicata sulla rivista Seismica condotta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in collaborazione con l’Earth Observatory of Singapore.

“L’introduzione dei segnali geodetici nei modelli sismologici non solo li rende fisicamente più realistici, ma apre la strada anche a sistemi di previsione probabilistica dei terremoti più affidabili in aree come i Campi Flegrei” ha dichiarato Matteo Taroni, ricercatore INGV e coautore dello studio.

La ricerca, infatti, parte dall’assunto che i modelli tradizionali di previsione probabilistica sismica a breve termine, come l’ETAS (Epidemic Type Aftershock Sequence), si basano esclusivamente sui cataloghi di terremoti passati, non tenendo conto dei meccanismi esterni come la deformazione della crosta terrestre, che in ambienti vulcanici gioca un ruolo cruciale. Lo studio esamina undici anni di misurazioni (2013-2024) e punta a creare un modello aggiornato che permetta al tasso di sismicità di fondo di variare nel tempo in base ai dati di deformazione misurati dai sensori geodetici collocati sui Campi Flegrei. 

“Dal confronto tra il modello tradizionale e quello che considera anche i dati di deformazione è emersa l’importanza dell’introduzione di questo tipo di segnali nei modelli sismologici” ha riferito Giuseppe Petrillo, ricercatore dell’Earth Observatory of Singapore e primo autore dello studio.
Questa ricerca rappresenta, dunque, un passo importante nella comprensione della sismicità in aree vulcaniche complesse, offrendo nuove prospettive per lo sviluppo futuro di sistemi di previsione probabilistica dei terremoti sempre più accurati.

Link utili:

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)

Lo studio su Seismica

 

 

Fig – A sinistra gli epicentri dei terremoti e la stazione geodetica utilizzati nello studio. A destra, dall’alto: la sismicità dal 2013 al 2024, il numero cumulativo di eventi e la deformazione del suolo.