Di recente istituzione, il Laboratorio di Droni dell’Osservatorio Vesuviano di Napoli dell’INGV è già un punto di riferimento nel monitoraggio vulcanico, soprattutto nelle zone di Ischia, del Vesuvio e dei Campi Flegrei.
L’INGV resta sempre al passo con il progresso tecnologico e l’utilizzo dei droni in campo scientifico si sta dimostrando un investimento importante ai fini di una sempre maggiore comprensione degli eventi naturali.
Abbiamo chiesto al responsabile del Laboratorio, Pasquale Belviso, di raccontarci il lavoro che si svolge nel Lab e i progetti di sviluppo per il futuro.
Pasquale, quali sono le potenzialità dell’utilizzo dei droni?
L’utilizzo dei droni ci offre numerose possibilità, tra cui quella di supportare le attività di monitoraggio termico notturno anche in aree vulcaniche pericolose o comunque interdette all’operatore, o anche di effettuare rilievi fotogrammetrici ad alta risoluzione grazie a droni dotati di georeferenziazione in alta precisione tramite GPS differenziali sul payload visibile e su una stazione a terra.
Cosa troviamo all’interno del Laboratorio di Droni dell’OV?
Oltre, ovviamente, ai droni nel laboratorio si assicura la loro costante manutenzione e l’acquisizione di tutte le informazioni inerenti le missioni di volo effettuate per ciascuna campagna di misura, anche relativamente alla sicurezza area visto che i voli dei droni sono disciplinati dall’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile.
A cosa serve l’utilizzo dei droni nella ricerca scientifica?
Beh, forniscono molti vantaggi e possibilità. Rilievi ripetuti nel tempo possono fornire un contributo importante, ad esempio, al monitoraggio geomorfologico-strutturale di settori di edifici vulcanici potenzialmente interessati da fenomeni vulcano-tettonici connessi a possibili crisi di unrest.
Quanti voli effettuate di solito?
Voliamo mensilmente nell’area di Pisciarelli nei Campi Flegrei, anche nell’ambito del monitoraggio termico notturno. In altre aree dei Campi Flegrei e di Ischia, invece, diverse volte l’anno sia per rilievi termici che nel visibile nell’ambito di progetti pre-operativi.
Che progetti futuri avete dal punto di vista tecnico?
Uno su tutti è quello di abbinare all’infrarosso e al visibile anche altri tipi di sensori come, ad esempio, quelli in grado di rilevare e misurare dei gas. Tutto questo è ora in fase di sviluppo.