Entrambe le stazioni italiane in Antartide hanno registrato il terremoto di magnitudo M 6.5 del 30 ottobre 2016 che ha colpito l’Italia Centrale. Queste registrazioni, pur non partecipando alla definizione dei meccanismi di sorgente dell’evento sismico, sicuramente contribuiranno a studiare la struttura interna della Terra e a ricerche più affinate della placca antartica, in corrispondenza della posizione delle 2 stazioni stesse.
Sono due le stazioni sismiche Italiane in Antartide: una a Baia Terra Nova (base Mario Zucchelli, MZS) e l’altra a Dome C (Concordia Base), entrambe implementate nell’ambito del Progetto Nazionale per la Ricerca in Antartide (PNRA). La prima stazione, sigla BTN, e’ stata installata durante la campagna 1988-89 e la seconda , CCD, nel 2000-2001. Da allora entrambe le stazioni hanno funzionato fornendo importanti registrazioni di eventi sismici avvenuti in ogni parte del globo.Queste registrazioni sono importanti perché le onde prodotte dai grandi terremoti sono di fatto gli strumenti più potenti per indagare la costituzione dell’interno della Terra ed è fondamentale per questo avere a disposizione registrazioni da una griglia quanto più regolare possibile di punti di rilevamento. L’emisfero Sud è molto meno strumentato, da un punto di vista sismico, dell’emisfero Nord, anche a causa della minore estensione di terre emerse rispetto a quest’ultimo. Avere delle stazioni di rilevamento in Antartide è quindi di fondamentale importanza per completare la copertura del globo.
A tutt’oggi si sa ancora poco sulla sismicità dell’Antartide, a causa della scarsità di osservazioni strumentali. Per certo si sa che l’Antartide non è caratterizzato da alti livelli di sismicità, ma non possiamo escluderne una di basso livello per mancanza di reti locali che consentirebbero di rilevarla. Sicuramente esistono piccoli eventi sismici dovuti allo scorrimento dei ghiacciai sulle rocce sottostanti.
Anche le dinamiche del mantello che danno origine ai fenomeni di vulcanismo in Antartide sono scarsamente conosciute.
La distribuzione limitata di osservatori geofisici in Antartide e nell’emisfero australe condiziona fortemente gli studi di sismicità globale e le conoscenze sulla struttura profonda della terra.
Gli Osservatori Sismologici di MZS, Baia Terra Nova, e di Concordia, Dome C, mitigano il vastissimo gap presente in Antartide, e le serie storiche di dati raccolti in forma continua sono preziose per lo studio della struttura della litosfera e del mantello superiore; della struttura elastica del nucleo interno e del mantello profondo; della sismicità locale, regionale e globale; e, infine, della placca antartica, attraverso l’analisi dei dati sismografici e la modellazione delle onde di superficie.
L’Osservatorio Sismologico di Dome C