Al Palazzo Esposizioni, a Faenza, “Terremoti, passato presente futuro… più sicuro”
Realizzata una mostra interamente dedicata ai terremoti, rischio sismico e prevenzione. Organizzata dalla Casa Museo Raffaele Bendandi di Faenza con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e di altri grandi Enti di ricerca, l’iniziativa ha visto anche la partecipazione di diverse realtà del territorio faentino legate al mondo della protezione civile, che hanno offerto competenza e materiale esplicativo/informativo sui comportamenti più corretti da tenere in caso di terremoti. La mostra è un momento di divulgazione e di informazione sui terremoti, un tema “caldo” che da sempre è parte della nostra storia, vissuta o raccontata, e con i quali dovremo abituarci a convivere in futuro. “Dobbiamo essere consapevoli che l’Italia è un paese sismico ed è proprio dalla storia di quello che è successo nel passato che possiamo essere sicuri che il terremoto tornerà. Dobbiamo fare i conti con il terremoto, è una realtà”, afferma Paola Lagorio, Presidente dell’associazione La Bendandiana e dell’Osservatorio Geofisico Raffaele Bendandi di Faenza. “L’unico modo che abbiamo per difenderci dai terremoti è fare prevenzione”. L’esposizione quindi è stata realizzata con questo obbiettivo: far passare il visitatore attraverso un percorso di passato, presente e proiezione nel futuro.
Cosa si può fare nel futuro per rendere le nostre case, la nostra vita più sicura? Il percorso si apre con una sezione dedicata a Raffaele Bendandi e ad alcuni grandi terremoti del passato che hanno segnato in modo drammatico la storia italiana, con particolare riguardo al territorio della Romagna. Lo sguardo retrospettivo su questa storia è stato realizzato facendo dialogare pannelli esplicativi e documenti originali: fotografie, cartoline, libri e fedeli riproduzioni di due sismoscopi dell’Ottocento. Esposti in questa sezione anche numerosi pannelli sulla pericolosità sismica e sulla evoluzione della cartografia sismica dell’Italia dal 1883 a oggi. Ampio spazio è dedicato al tema della microzonazione, in particolare quella relativa a Faenza, e alle aree di allerta, di concentrazione e di attesa delle persone della zona faentina, al fine di mettere il cittadino, ancora una volta, a conoscenza di quella che è la realtà del territorio in cui vive.
La seconda sezione è dedicata ai terremoti recenti dell’Italia Centrale. Scenari che richiamano sempre di più l’attenzione sulla vulnerabilità dell’edilizia storica e moderna non sismo-resistenti e sulla necessità della sua riduzione, aspetto centrale della prevenzione. Parte importante dell’esposizione il futuro…più sicuro. Un piede nel passato ma con uno sguardo al futuro…
Affinché ogni cittadino possa diventare responsabile del proprio domani e prenda coscienza di come si sta operando a livello nazionale e mondiale in questo campo, sono esposti alcuni degli ultimi ritrovati nel campo della prevenzione: la security room, tecnologie innovative di isolamento sismico di edifici esistenti, piattaforme speciali di protezione antisismica dei beni culturali mobili progettate da ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), speciali boe per l’allerta tsunami. Sì perché anche il maremoto può causare distruzioni e vittime. Ancora vivo è il ricordo del terremoto di Sumatra del 2004, in cui il solo tsunami causò la morte di oltre 200 mila persone, e, più vicino a noi, lo tsunami a seguito del terremoto dello stretto di Messina del 28 dicembre 1908, che ha causato una buona parte delle quasi 100 mila vittime.
Testimonianza dell’attenzione che viene prestata in Italia a questo aspetto è l’attività svolta dal Centro Allerta Tsunami dell’INGV, attivo ufficialmente dallo scorso 1 gennaio, 24 ore su 24, che garantisce una tempestiva informazione alla Protezione Civile Nazionale sulla pericolosità da tsunami in caso in terremoto in area mediterranea. Importante e istruttiva la presenza di robot e droni già impiegati per l’allarme maremoto, come anche la RESISM (Rete per l’Educazione Sismica), per l’educazione sismica, finalizzata alla progettazione di percorsi di apprendimento per la divulgazione delle conoscenze scientifiche dei fenomeni sismici, delle loro cause e conseguenze, e alla riduzione del rischio sismico.
Presente una tavola vibrante didattica per mostrare i comportamenti diversi di alcuni modelli di strutture edilizie semplificate in presenza di oscillazioni di frequenza diversa. Parlando di protezione civile post-terremoto, l’ultima sala offre ai visitatori una rappresentazione concreta di come si vive durante le emergenze e le calamità. Una grande tenda blu allestita dai Corpi Volontari di Protezione Civile fa da sfondo a uno scenario quasi surreale, in cui la vita sembra essere sospesa tra un passato che si è sgretolato e un futuro atteso più sicuro. Mezzi e dispositivi per il soccorso esposti dai Vigili del Fuoco, dalla Croce Rossa Italiana (CRI), dal Corpo Italiano di soccorso Ordine di Malta (CISOM) e dall’Associazione Nazionale Alpini (ANA). L’Associazione Radioamatori Italiani (ARI), infine, ha allestito, in uno spazio esterno, un'altissima antenna radio per le comunicazioni in emergenza. A completare il percorso, alcune opere degli affermati artisti come Goffredo Gaeta, Pietro Lenzini, Nevio Bedeschi, ma anche di giovani che hanno voluto rappresentare la loro esperienza del terremoto. Un’opportunità in più per testimoniare la grande attenzione su un tema così “prepotentemente” presente nella nostra vita.
Andrea Salvatori - Waiting On The Moon, 2009