INGV e CNR per la prima volta al Bari International Film Festival, una delle più importanti kermesse nazionali dedicate al Cinema. Tributo al regista-produttore Jaques Perrin, per i suoi film legati al tema dell’ambiente
300 eventi in 8 giorni e oltre 75.000 spettatori sono i numeri del Bif&st (Bari International Film Festival) che ha ospitato, per la prima volta, la sezione Cinema e Scienza patrocinata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), ideata e coordinata da Orsetta Gregoretti e condotta da Silvia Mattoni (Responsabile Ufficio Comunicazione e Stampa INGV).
Grande protagonista di questa sezione, l’attore e produttore cinematografico francese Jacques Perrin, omaggiato al Festival con la proiezione di alcuni suoi film legati all’ambiente, tematica oggi sempre più sotto i riflettori dopo il G7 di Taormina, con il ritiro degli Stati Uniti di Trump dagli accordi sul clima di Parigi. La kermesse pugliese è iniziata con Le peuple singe di Gérard Vienne che offre una riflessione su un ritorno alle origini del genere umano, attraverso un docufilm sul mondo dei primati. Al termine un dibattito con Enrico Alleva, famoso etologo specializzato in neuroscienze comportamentali. A seguire Le peuple migrateur. Qui Jacques Perrin segue il volo di circa trenta specie di uccelli migratori (gru, oche, cigni, cicogne, anatre, ecc.) alla scoperta delle loro destinazioni e tappe di ristoro. Un racconto reale, con cui l’autore mostra la precarietà della vita e l’immutabile bellezza del popolo migratore.
A seguire l’intervento dell’ornitologo Fulvio Fraticelli. Alla scoperta di un universo in miniatura e dei suoi abitanti, insetti e altri animali di erba e acqua, è invece il racconto di Microcosmos: le peuple de l’herbe di Perrin, vincitore del Gran Premio della Commissione Tecnica Superiore al Festival di Cannes nel 1996. Ad approfondire la tematica, l’intervento dello zoologo Roberto Argano. Con La vita negli oceani Jacques Perrin parla della scoperta di creature marine conosciute o sconosciute; il film ha offerto numerosi spunti a Domenico Pignone, direttore dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC) del CNR, che ha raccontato lo stato di inquinamento del nostro Mediterraneo. Un viaggio nel tempo, per riscoprire territori europei che, dalla prima era glaciale ai giorni nostri, condividiamo con gli animali selvatici, è il racconto di Les Saisons, sempre di Jacques Perrin. Ad accendere il dibattito sul problema dei cambiamenti climatici, Antonio Navarra, già Direttore Ambiente INGV e Presidente del Centro Euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici di Lecce. In questi ultimi anni, nelle sale è possibile vedere sempre più opere che parlano di ambiente, in linea con una vocazione del cinema che è quella anche di essere un veicolo di denuncia sociale, politica e morale.
Anche se in Italia hanno spesso problemi di diffusione. Grazie al tributo a Jacques Perrin, il Bif&st ha portato all’attenzione mediatica questa tematica. “Ho cominciato con film politici, con Costa-Gavras, e quell'impegno mi piaceva molto”, ha spiegato il produttore e attore francese, durante il Bif&st, all’ANSA, “Più avanti mi sono reso conto che la natura era ormai un problema globale, molto importante per ogni cittadino nel mondo, ma non aveva l'attenzione che meritava: occuparsi di questo tema mi è sembrata una responsabilità importante, per il benessere di ogni cittadino. Anche il cinema poteva avere un suo ruolo, un suo peso”. L’Appuntamento con Cinema e Scienza al prossimo Bif&st 2018.