Una giornata all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) a un anno dall’inizio della sequenza sismica di Amatrice-Visso-Norcia, per fare il punto della situazione
A un anno dall'inizio della sequenza sismica di Amatrice-Visso-Norcia del 24 agosto 2016, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha aperto le porte al pubblico e ai giornalisti per presentare i risultati del lavoro svolto dall’Istituto durante l'anno, quanto di nuovo è stato compreso sulla dinamica dei terremoti e come l'INGV intende impegnarsi nello studio della sismicità per essere sempre più al servizio della Nazione. Domande, curiosità e tanta voglia di capire l’evoluzione di questa sequenza e dei terremoti in generale sono stati gli ingredienti della giornata. "È stato un anno in cui abbiamo imparato molto”, spiega Carlo Doglioni, Presidente INGV. “Questa giornata nasce per trasferire alla cittadinanza quello che è stato fatto dall’inizio della sequenza sismica a oggi e cosa vogliamo realizzare in futuro.
”Oltre 75.000 le scosse registrate in questo anno. I dati raccolti ed elaborati hanno permesso di realizzare una dettagliata ricostruzione degli eventi e delle principali strutture sismiche, da quella di Amatrice a quelle di Visso, Norcia e Montereale. Dal 24 agosto 2016 al 18 gennaio 2017 ci sono stati 9 eventi di magnitudo maggiore o uguale a 5, mobilizzando e coinvolgendo oltre 6.000 chilometri cubi di crosta terrestre. Durante gli interventi, sono state descritte, attraverso proiezioni di modelli e immagini, le principali strutture che hanno generato questi terremoti, i dati accelerometrici, gravimetrici e da GPS (Global Positioning System).
“Il nostro lavoro consiste nell’acquisire i dati analizzarli ed interpretarli”, spiega Daniela Pantosti, Direttore del Dipartimento Terremoti dell’INGV, “in modo da poter comprendere il fenomeno e fare un modello più vicino possibile alla realtà. Questo ci permetterà di capire cosa dobbiamo aspettarci per il futuro”.
I sistemi di monitoraggio e sorveglianza sismica che l’INGV utilizza sono stati descritti dal Direttore dell'Osservatorio Nazionale Terremoti, Salvatore Stramondo: “L’attivazione in caso di emergenza di tutte le attività sul campo o a supporto della sorveglianza della sala avvengono in tempi brevissimi”, spiega Stramondo, “grazie alle oltre 400 stazioni sismiche sparse sul territorio nazionale che trasmettono, in tempo reale, i dati alla sala di monitoraggio qui a Roma. Presidiata 24 ore su 24 da personale specializzato, in caso di emergenza trasmette con rapidità i dati e le relative analisi al Dipartimento di Protezione Civile”.
A parlare della sismologia del futuro, infine, Antonio Piersanti, sismologo INGV: “Lo sviluppo di una rete di monitoraggio multiparametrica nazionale e l’implementazione di un sistema di integrazione e interoperabilità delle sale di sorveglianza e monitoraggio”, spiega Piersanti, “sono solo alcune delle tappe fondamentali da seguire per la sismologia del futuro”.
L’incontro si è chiuso con la visita alla sala sismica, punto focale dell’Istituto e di riferimento per la sismologia nazionale, oltre che ai laboratori analitici e sperimentali, dando la possibilità al pubblico di comprendere alcune delle attività dell’INGV che si affiancano a quanto viene svolto quotidianamente anche nei Dipartimenti Vulcani e Ambiente. Prossimo appuntamento, lunedì 30 ottobre ad Amatrice.