Quando ingredienti come la ricerca scientifica, l’utilizzo delle immagini e il recupero della memoria storica di tragici terremoti e città fantasma si mescolano con sapienza, ne esce uno strumento straordinario per migliorare la conoscenza della sismicità del nostro territorio. Soprattutto se l’area interessata è la Sicilia che nella suo passato ha tragedie immani che ne hanno segnato la storia. “Terremoti e città fantasma in Sicilia” è un DVD interattivo realizzato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) nell’ambito del progetto EDURISK (percorsi educativi per ridurre i rischi che minacciano il nostro territorio). “Sono tre gli aspetti chiave del nostro prodotto multimediale”, afferma Raffaele Azzaro, ricercatore INGV e autore del DVD, “emozionale, per la forte capacità evocativa che suscita il dramma del terremoto nel tessuto territoriale e sociale; culturale, per imparare a leggere le tracce delle catastrofi sismiche non solo nei documenti storici ma anche nelle tradizioni come i riti religiosi e nell’architettura approfondendo l’evoluzione delle tecniche costruttive; scientifico, per comprendere che i terremoti sono un elemento territoriale che concorre a definire la fragilità del contesto antropico”. Il lavoro non solo permette di ricostruire la storia e l’evoluzione degli insediamenti, fare un’analisi dettagliata sui motivi che hanno portato all’abbandono del vecchio sito e al criterio di individuazione dei nuovi centri e inquadrare gli eventi sismici nel contesto più generale della vulnerabilità territoriale e della esposizione ai rischi naturali, ma anche di recuperare memorie e tradizioni legate al trauma dell’abbandono di un centro abitato, ricercandone anche il significato positivo come la costruzione di nuove città pensando anche a nuovi canoni urbanistici e architettonici. “Si tratta di un itinerario virtuale nella storia sismica d’Italia”, spiega ancora Azzaro. “La strategia di base è stata quella di definire un percorso didattico-educativo indirizzato agli studenti delle medie superiori e agli adulti in genere che, attraverso la conoscenza degli effetti dei terremoti del passato, accrescesse la consapevolezza delle problematiche legate al Rischio Sismico”. I terremoti distruttivi lasciano profonde tracce nel territorio in cui viviamo, sia nel paesaggio fisico sia nei processi antropici. Una delle più vistose di queste tracce è l’abbandono di insediamenti abitativi, anche importanti, a favore di localizzazioni ritenute più sicure. Spesso i processi di abbandono e reinsediamento non sono stati determinati solo da terremoti, ma anche da altre calamità naturali quali frane e alluvioni. Dei vecchi centri restano tracce di tipo archeologico in forma di ruderi o di abitati semidiroccati che solitamente si trovano a pochi chilometri di distanza dai nuovi insediamenti. L’abbandono di un paese e il suo reinsediamento rappresenta un evento di grande impatto storico, culturale ed antropologico. Determina la perdita di un pezzo di storia e cultura, l’identità locale, tanto più drammatica quanto più repentino è stato il cambiamento. Gli insediamenti abbandonati sono pertanto le testimonianze più spettacolari della fragilità del territorio. La loro riscoperta e valorizzazione rappresenta un momento importante di crescita culturale. “Il percorso nella storia sismica della Sicilia si snoda attraverso due tra le aree a maggior rischio della regione, la Valle del Belice nel settore occidentale e la Val di Noto in quello orientale. L’impatto dei terremoti su entrambe le aree è stato così devastante da determinare complessivamente la distruzione di una cinquantina tra città e paesi, di cui quasi la metà furono ricostruiti con lo spostamento totale o parziale di sito”, continua il ricercatore. Le cicatrici, morali e materiali, di questo processo sono ancora ben visibili nel territorio della Valle del Belìce, dove la distruzione si è verificata poche decine di anni addietro, nel 1968. Nella ricca Val di Noto, la catastrofe sismica del 1693 ha invece rappresentato un’occasione di rinascita sociale e culturale che ha avuto il suo elemento unificatore nel Barocco siciliano. L’esempio di Noto è probabilmente il più rappresentativo. Viene presentato anche un caso particolare che riguarda la Val Dèmone, nel settore nord-orientale dell’isola, area soggetta anche agli effetti dei grandi terremoti del 1783 in Calabria meridionale. “Tre storie, molto diverse fra loro, che però aiutano ad accrescere la consapevolezza che fenomeni distruttivi come i terremoti sono una caratteristica del nostro territorio e hanno un grande impatto sulla società , ma allo stesso tempo ci danno indicazioni precise sulle azioni più opportune da intraprendere nelle aree esposte al rischio sismico”, conclude Azzaro. Il DVD è stato realizzato anche in versione inglese per far conoscere all’estero lo straordinario patrimonio scientifico-culturale che l’Italia ha nell’ambito della sismologia storica.
Autori del DVD: Raffaele Azzaro, Alfio Amantia, Massimiliano Cascone, Romano Camassi, Francesco Guglielmino, Salvatore Mangiagli e Laura Peruzza (INOGS-Trieste).