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Oltre 13mila le monografie, 650 i periodici in forma cartacea, 400 gli e-book e 2370 i periodici in formato elettronico, consultabili online e scaricabili in formato PDF senza DRM. Sono queste le raccolte della rete bibliotecaria dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), tutte interamente dedicate alla geofisica, sismologia, vulcanologia, geologia, studio dell'alta atmosfera, geomagnetismo, fisica e scienze della Terra. Sin dalla sua nascita nel 1948 all’interno di uno degli istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), la biblioteca dell’INGV ha da sempre accompagnato i progressi e le sfide della geofisica in Italia. Rodolfo Console, Antonio Meloni, Calvino Gasparini e Giancarlo Scalera, alcuni degli scienziati dell’Istituto che più hanno contribuito con il loro appoggio e i loro suggerimenti alla creazione della collezione. “L’attualità digitale sta trasformando velocemente i servizi per la ricerca”, spiega Anna Grazia Chiodetti, responsabile dell’Ufficio Biblioteche ed Editoria del Centro Servizi Editoria e Cultura Scientifica dell’INGV, “e il bibliotecario sta diventando sempre più una figura cruciale per la garanzia della qualità dell’informazione. Una figura nuova di mediatore tecnico-culturale, oggi sempre più in contrasto con quella dei decenni passati, dedita soprattutto alla conservazione dei volumi cartacei”. Oggi tutto deve essere facilmente ricercabile e visibile in rete e la fruibilità è un dogma inoppugnabile per chi lavora in strutture sempre più abbandonate dal legislatore e con risorse limitate per fornire servizi moderni e adatti alla società. Chi lavora in una biblioteca specialistica, come quella dell’INGV, deve mettere in campo le competenze necessarie a rispondere ad una utenza autonoma, sofisticata e molto competente. “Per quanto ci riguarda”, afferma Chiodetti, “la svolta epocale è arrivata nel 2001, quando sono riuscita a introdurre i primi servizi elettronici a disposizione dei ricercatori dell’Ente. La reazione è stata positiva: le riviste non dovevano più essere fotocopiate o consultate nella sala lettura, ma potevano essere disponibili da ogni singola postazione di lavoro, da remoto. Gli articoli potevano essere scaricati e conservati e si poteva viaggiare in modo trasversale in un settore scientifico con le cross references, per arrivare ad altri lavori di campi disciplinari diversi. L’impatto di questi servizi è stato dirompente e la visibilità della biblioteca e il successo dei bibliotecari notevole. A cambiare sono state soprattutto le abitudini degli utenti che hanno iniziato a chiedere di ampliare il “core” degli abbonamenti elettronici e a sostenere il lavoro dei bibliotecari. Il digitale successivamente ha colpito anche il mondo dei libri scientifici”. Con la recente introduzione degli e-book in biblioteca, l’INGV permette oggi a più ricercatori di leggere contemporaneamente un volume in formato elettronico dal loro computer. Questa nuova soluzione ha risolto il problema degli spazi sempre più angusti dedicati ai locali della biblioteca. “Quando si danno dei servizi efficaci ed efficienti i bibliotecari sono considerati dai fruitori dei veri e propri innovatori. Il digitale oggi è sicuramente fondamentale, ma non può prescindere da un informazione che deve essere comunque organizzata e gestita. Stiamo attenti, quindi, all’aiuto che un professionista dell’informazione può ancora garantire nell’epoca di Google. L’accesso aperto ai risultati della ricerca ha sì aperto nuove frontiere del mondo dell’editoria scientifica, ma il bibliotecario rimane comunque il protagonista e l’artefice”.