Con SEAFUTURE & MARITIME TECHNOLOGIES 2016, la Spezia è tornata a essere la capitale dell’economia del mare, portando il Golfo dei Poeti e tutto il nostro Paese al centro del Mediterraneo. Oltre 110 aziende e 27 Marine Militari Estere, le protagoniste del più importante evento internazionale organizzato in Italia dedicato all’innovazione nei settori dell'economia del mare. Presente all'evento, ormai giunto alla V edizione, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), con uno stand dedicato alle applicazioni dual-use che caratterizzano alcune delle attività della Sezione Roma2-INGV e, in particolare, l'unità ‘Laboratorio Tecnologie Marine’ di Portovenere. A condividere lo stesso spazio, anche il gruppo EMSO (European Multidisciplinary Seafloor and Water Column Observatory) con le tecnologie applicate all'osservazione del mare profondo. “Per l'Istituto è stata davvero un'ottima occasione per testimoniare, in un consesso così ampio e autorevole, il ruolo sempre più importante che l'Ente sta acquisendo nel panorama della ricerca e innovazione nel campo delle Tecnologie Marine, particolarmente quelle del ‘dual use’ (ovvero per prodotti tecnologici con duplice applicazione civile e militare)”, spiega Cosmo Carmisciano, responsabile del ‘Laboratorio Tecnologie Marine’ della sede di Portovenere. In questo scenario si è discusso anche del progetto S3MAG-II, finanziato nell’ambito del Piano Nazionale di Ricerca Militare e il rilascio del brevetto da parte dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, a seguito della domanda avviata nel 2014 che vede l’INGV contitolare, dove fra gli inventori figurano tre dipendenti dell’Istituto: Cosmo Carmisciano, Luca Cocchi e Paolo Palangio. “Quest’anno”, precisa Carmisciano, “allo stand INGV, sono stati presentati, oltre agli specialisti del settore, anche strumenti e dispositivi utilizzati dai ricercatori durante le campagne geofisiche-oceanografiche. In particolare: il ROV (Remotely Operated Vehicle) SIRIO della Ageotec che è stato impiegato in varie campagne tra le quali MED-SUV (svoltasi in area etnea nella primavera del 2015 e realizzata grazie alla collaborazione con la Marina Militare Italiana); un AUV (Autonomous Underwater Vehicle) che è un prototipo sviluppato nell’ambito di un progetto finanziato dalla Regione Liguria in ambito FESR; e altri apparati magnetometrici tipicamente utilizzati dai nostri ricercatori per le prospezioni geofisiche”. Ampio spazio è stato inoltre dato all’infrastruttura di ricerca EMSO (European Multidisciplinary Seafloor and Water Column Observatory), che con l’occasione ha distribuito materiale informativo e poster, e al Laboratorio Mare, che il Distretto Ligure delle Tecnologie Marine (DLTM) sta realizzando proprio in collaborazione con l’INGV (un osservatorio cablato che verrà installato a largo di Bonassola, nel Mar Ligure di Levante). “Tra gli ospiti dello stand INGV”, conclude Carmisciano, “anche l’Historical Oceanography Society (HOS), che ha permesso di fare un tuffo nel passato dell’oceanografia in un contesto fortemente proiettato verso il futuro”.
Un faro sul futuro delle tecnologie del mare
- Dettagli
- Scritto da Marina Locritani
- Categoria principale: 2016
- Categoria: Newsletter n.8