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Un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha condotto uno studio sulle GIC (Geomagnetically Induced Currents), ovvero correnti elettriche che si possono instaurare nel sottosuolo a seguito di una catena molto complessa di processi fisici che si innesca quando sul Sole si verifica una espulsione di massa coronale che dà origine, ad esempio, a una tempesta geomagnetica. Queste correnti possono essere causa, in determinate condizioni, di danni ad apparati della rete elettrica provocando malfunzionamenti o addirittura blackout.

Il magazine on-line “Earth and Space News” (EOS) dell’American Geophysical Union ha dato risalto (link) a questo lavoro nel quale viene fatta una stima preliminare del rischio cui è soggetta la rete elettrica Italiana a seguito dell’instaurarsi delle GIC.
Nello studio sono stati analizzati circa 20 anni di dati degli osservatori magnetici gestiti dall’INGV ed è stato calcolato un indice di rischio di GIC. Ne è emerso che, nell’intervallo di tempo considerato, solo una tempesta geomagnetica, quella del 29 ottobre 2003 ha prodotto un livello di rischio considerato “moderato”, che equivale a una probabilità del 35 - 65 % che si verifichino danni o malfunzionamenti sulla rete.
Lo studio effettuato, comunque, è da considerarsi preliminare poiché vi sono ancora numerosi fattori incogniti che vanno valutati più in dettaglio come, per esempio: a) gli effetti della conducibilità elettrica del suolo, soprattutto nelle regioni costiere, dove la presenza del mare può intensificare il rischio di GIC; b) le caratteristiche tecniche specifiche della rete italiana, il suo stato di usura e le protezioni già operanti nelle cabine di snodo; c) lo storico dei guasti occorsi alla rete in funzione dell’attività magnetica, necessario per poter meglio calibrare l’indice di rischio.
I paesi più a rischio di danni dovuti alle GIC sono quelli alle alte latitudini, dai 55-60°N in su (o 55-60°S in giù) e, anche a queste latitudini, solo in pochi casi tempeste geomagnetiche intense hanno provocato danni estesi.
Il caso più eclatante è stato sicuramente il blackout avvenuto nella regione canadese del Quebec nel 1989, quando milioni di persone rimasero al buio per giorni in seguito a una forte tempesta magnetica che causò la rottura di alcuni trasformatori nevralgici per il funzionamento dell’intera rete.
Alle nostre latitudini, ci si aspetta che solo gli eventi estremi, cioè tempeste magnetiche di intensità straordinaria, possano provocare GIC potenzialmente dannose ma la probabilità che eventi di tale intensità si verifichino è estremamente bassa. Tuttavia è molto importante, anche per i paesi a medie latitudini, come l’Italia, avere una stima del rischio da GIC.

#INGV #EOS #GIC #geomagnetismo