Da alcuni mesi si parla molto sui media di una vera e propria rivoluzione ecologica con migliaia di ragazzi, “capitanati” dalla giovanissima Greta Thunberg, che chiedono ai potenti del mondo un Pianeta più sostenibile. Abbracciando questo spirito di iniziativa, Carlo Alberto Brunori, Raffaele Di Stefano e Mario Anselmi (ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) portano avanti dal 2016, attraverso la figura del Mobility Manager, un’attività volta a promuovere la riduzione del carico di inquinamento ambientale prodotto da ogni singola macchina o motorino utilizzati per raggiungere la sede di lavoro e, in generale, per muoversi in città. Ne abbiamo parlato con Carlo Alberto Brunori che riveste, con Di Stefano e Anselmi, la figura del Mobility Manager dell’INGV.
Quando è stata introdotta la figura del Mobility Manager?
Il Mobility Manager è stato introdotto in Italia nel 1998 con il Decreto del Ministro dell’Ambiente del 27 marzo 1998 che introduceva le prime norme italiane in materia di “Mobilità sostenibile nelle aree urbane” nate sull'urgenza di avviare le prime iniziative attuative per il conseguimento dagli impegni assunti nella conferenza di Kyoto.
Qual è la mission del MM?
Il compito principale del Mobility Manager Aziendale è la redazione del Piano degli Spostamenti Casa Lavoro (PSCL) del proprio personale dipendente, ovvero di un documento aziendale che si pone lo scopo di promuovere la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale per il raggiungimento del luogo di lavoro e una migliore organizzazione degli orari per limitare la congestione del traffico nelle classiche ore di punta.
Come è costituito il MM?
L’INGV ha costituito la figura del Mobility Manager di Roma come gruppo di lavoro che, pertanto, è costituito da me, da Raffaele Di Stefano e da Mario Anselmi. Siamo in carica dal gennaio 2016 e abbiamo iniziato la nostra attività interessandoci della mobilità di ente e della sua ottimizzazione, informando e incentivando i colleghi lavoratori a prendere in considerazione percorsi e abitudini alternative per la mobilità. L’obiettivo generale voleva essere l’apertura di un dialogo tra dirigenza e personale per la progettazione di iniziative a sostegno di buone pratiche negli spostamenti urbani da - e per - il luogo di lavoro.
Quali iniziative volte a favorire queste buone pratiche avete messo in atto?
Come prima azione è stato redatto il Piano della Mobilità Aziendale (PMA) contenente informazioni sulla mobilità di ente relative al personale e alle sue abitudini, gli orari di entrata/uscita dal luogo di lavoro e il percorso casa-lavoro, il mezzo utilizzato per il raggiungimento del luogo di lavoro, sia pubblico che privato.
Il Piano della Mobilità dell’INGV, presentato all’Agenzia “Roma Servizi per la Mobilità” (Società partecipata al 100% da Roma Capitale) e all’ufficio dei Mobility Manager della società dei trasporti ATAC, permise la sottoscrizione della convenzione tra ATAC e l’INGV per l’accesso agli incentivi sul trasporto e alla mobilità sostenibile, stanziati periodicamente dal Ministero dell’Ambiente per Roma Capitale, fino a esaurimento dei fondi disponibili.
Cosa ha portato la firma di questa Convenzione?
Raggiunta grazie alla collaborazione della Direzione Generale INGV, la firma della Convenzione permise di iniziare un iter di accensione e/o rinnovo abbonamenti annuali scontati e la rateizzazione della spesa in busta paga. Di fatto l’amministrazione anticipava l’intero costo dell’abbonamento di ogni dipendente che lo richiedesse recuperando, a rate e senza interessi, il costo degli abbonamenti dalle buste paga con un massimo numero di rate predefinito. L’accesso era garantito, per scelta generale di ATAC, ai soli dipendenti dell’Ente (contratti subordinati sia a tempo indeterminato che determinato), escludendo quindi ogni forma di contratto parasubordinato.
Attualmente è ancora in corso?
Durante il 2018, la convenzione è stata interrotta a causa dell’esaurimento dei fondi ministeriali e del mancato rinnovo degli stessi. L’offerta scontata di ATAC, in mancanza di fondi ministeriali, non si è rinnovata e la convenzione con INGV di fatto si è interrotta, facendo venir meno anche la procedura interna di anticipazione del costo da parte dell’ente e di rateizzazione sugli emolumenti mensili.
State progettando una nuova convenzione?
È attualmente allo studio una nuova convenzione tra INGV e ATAC con la quale il gruppo di lavoro dei Mobility Manager vorrebbe introdurre delle novità semplici ma importanti. La prima sarebbe quella di svincolare la procedura di rinnovo/attivazione dell’abbonamento e l’anticipo/rateizzazione da parte di INGV dalla disponibilità dei fondi ministeriali. Questo sarebbe possibile perché i suddetti fondi influiscono esclusivamente sul prezzo dell’abbonamento e non sulla procedura in sé e non comportano quindi alcuna differenza per l’Ente, ma solo per il dipendente che pagherebbe il prezzo pieno. Si sta lavorando per trovare gli strumenti adatti a veicolare queste buone iniziative attraverso la normativa esistente. Noi Mobility Manager siamo fiduciosi, anche perché il sostegno all’acquisto di abbonamenti è attivo in molte amministrazioni pubbliche.
Quali sarebbero i benefici?
L’INGV, nel mantenere viva la procedura di anticipo/rateazione, contribuirebbe a dare un fortissimo incentivo all’uso dei mezzi pubblici in modo continuativo e non discontinuo come sono i fondi ministeriali. Inoltre, ci sarebbe una estensione dell’accesso alla procedura anche per tutti coloro che prestano la loro attività per l’Istituto senza, però, essere lavoratori subordinati. Su questo punto, l’impegno dei Mobility Manager INGV di Roma è quello di far recepire all’azienda ATAC lo status degli assegnisti e dei borsisti come “forza dell’ente” che, in termini pratici, non presenterebbe dal punto di vista di ATAC alcuna differenza rispetto ai dipendenti subordinati a tempo determinato. Quanto alla procedura di anticipo/rateazione nemmeno per l’INGV vi sarebbe alcuna differenza perché, come nel caso dei dipendenti a tempo determinato, sarebbe sufficiente calibrare la rateizzazione in base alla scadenza del contratto della singola persona.
A che punto siamo con questa convenzione 2.0?
Al momento sono è allo studio la risoluzione di alcuni rilievi di natura burocratica come, ad esempio, l’individuazione di forme di incentivi e facilitazioni dell’acquisto degli abbonamenti da parte di INGV.
Quali obiettivi vi siete posti per il futuro prossimo?
Nonostante la momentanea stasi dell’iniziativa di sostegno ai dipendenti in tema di abbonamenti annuali al trasporto pubblico, ma grazie all’affiancamento di nuovi soggetti che in futuro raccoglieranno il testimone come nuovi Mobility Manager, progettiamo l’allargamento delle tematiche riguardanti la qualità della vita dei lavoratori, almeno per quanto riguarda il tempo impiegato per gli spostamenti casa-lavoro.
In che modo?
In generale, si vuole stimolare riflessioni sulla necessità di limitare l’utilizzo degli automezzi privati negli spostamenti in città, con un diverso approccio all’utilizzo dei mezzi pubblici, nonostante la troppo spesso carente qualità del servizio. Particolare attenzione sarà dedicata a stimolare l’utilizzo delle due ruote (bicicletta tradizionale, bicicletta a pedalata assistita) come strumento di spostamento e di rispetto e miglioramento del proprio stato di salute fisica e mentale, anche attraverso l’impianto di stalli di ancoraggio sicuro presso l’ente e la contemporanea azione di stimolo presso le Amministrazioni pubbliche per la progettazione e realizzazione di percorsi protetti dedicati alla mobilità “leggera”, oltre che all’individuazione di modalità che semplifichino l’intermodalità per l’utilizzo delle due ruote in combinazione con i mezzi pubblici su gomma e ferrovia.
Credi sia possibile estendere la figura del Mobility Manager anche alle aziende e Pubbliche Amministrazioni sotto i 300 dipendenti? Penso ad esempio alle nostre sedi di Milano, Napoli o Palermo, ad esempio…
Riteniamo sia utile, per non dire necessario. Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza, per sé stesso, per la qualità della propria vita e per quella delle persone con le quali interagiamo quotidianamente.
Ogni singola iniziativa tesa a richiedere il miglioramento del servizio di trasporto pubblico, anche partendo dalla introduzione di incentivi economici, è indispensabile. Quindi anche realtà lavorative più piccole, magari messe in rete tra loro, possono fare la differenza attraverso l’incentivazione economica che stimola il singolo all’utilizzo del trasporto pubblico sperimentando, così, modalità più sane di intendere gli spostamenti per lavoro in città e tra città, ma anche nelle altre attività quotidiane.
Sappiamo che non è sempre facile trasmettere produttivamente messaggi che si propongono di modificare le abitudini dei cittadini. Quale messaggio ti senti di lanciare?
Facendo riferimento alla città di Roma, i cittadini possono e devono certamente lamentarsi della situazione di degrado ambientale cui è arrivata a trovarsi la città dopo anni di cementificazione non accompagnata da una parallela e adeguata ridefinizione della mobilità e dei collegamenti. Lamentarsi delle sue strade, del traffico e dell’aria inquinata è certamente indispensabile quanto una forte presa di coscienza - e un piccolo sforzo - da parte di tutti. Soprattutto, occorre uno sforzo importante da parte della pubblica amministrazione e delle aziende private che pongano in essere strumenti per la rimozione degli ostacoli, incentivando la mobilità leggera e sostenibile. Come Mobility Manager dell’INGV di Roma cerchiamo di fare la nostra piccola parte tentando di fare la “differenza”.
Foto – La bicicletta è lo strumento principale per la mobilità leggera e “sostenibile” negli spostamenti casa-lavoro in città. Ph. © Marco Cirilli