Newsletter n.7
L'editoriale del Presidente
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La natura e la Terra sono un sistema vivo che non va in vacanza. Il disastroso terremoto di Haiti del 14 agosto M 7.2 con oltre 2200 vittime, quello dell’8 settembre di Acapulco M 7, sono un richiamo alla realtà: dobbiamo continuare a studiare i terremoti, a capirne i meccanismi di enucleazione e adottare tutte le precauzioni possibili con una corretta prevenzione. L’Etna continua le sue eruzioni e il gigante da mesi si prende la scena della magia con le sue fontane di lava, ma sappiamo bene che a volte può essere estremamente pericoloso: quarant'anni fa una colata arrivò alle porte di Randazzo, distruggendo diverse abitazioni e molte coltivazioni, come ci racconta Boris Bencke (https://ingvvulcani.com/2021/03/18/etna-1981-40-anni-fa-il-dramma-di-randazzo/), oppure l’eruzione del 1928 (https://www.youtube.com/watch?v=pzwn2m4_9ec).
La natura reagisce anche alle nostre attività: abbiamo superato le 400 parti per milione di CO2 in atmosfera e nessuno degli attuali esseri viventi sulla terra potrà vedere un’atmosfera che ritorni ai livelli di anidride carbonica pre-industriali di circa 280 ppm perché i tempi per l’assorbimento naturale della CO2 negli oceani, nei sedimenti e negli ecosistemi sono troppo lunghi. E’ urgente che le geoscienze contribuiscano ad affrontare il tema del riscaldamento globale, sia con gli studi sull’innalzamento del livello del mare, come per esempio il Progetto SaveMedCoasts dell’INGV coordinato da Marco Anzidei, sia con la ricerca di risorse energetiche non climalteranti, come può essere la moderna geotermia a ciclo binario. I licheni inaspettatamente ci permettono di quantificare e monitorare l’inquinamento nelle città tramite l’assorbimento dei minerali magnetizzati all’interno delle piante: Aldo Winkler sta applicando questa nuove tecnica a Roma, dandoci l’opportunità di valutare con precisione le aree dove è necessario proteggerci maggiormente. Dobbiamo correre, non c’è più tempo. Scienza, cultura, e conoscenza al servizio della società civile.
La ricerca non conosce calendari né stagioni e, talvolta, sono proprio gli eventi naturali a scandirci il tempo della vita. Il 24 agosto scorso abbiamo ricordato i cinque anni dal terremoto che nel 2016 scosse l’Italia Centrale e che portò alcune cittadine dell'Appennino, in primis Amatrice, nel buio di una disgrazia naturale. Il 24 agosto del 2016, infatti, iniziò la sequenza sismica detta “di Amatrice-Norcia-Visso” ancora non terminata e che, ad oggi, ha fatto registrare dalla nostra Rete Sismica Nazionale oltre 124.000 eventi.
È importante ricordare i terremoti, anche quando la nostra mente vorrebbe spingerci a rimuovere il ricordo di quelle tragedie. Ma, in realtà, è solo la memoria degli eventi terribili a spronarci verso l’attuazione di tutte le possibili strategie difensive nei confronti di nuovi accadimenti nefasti che inevitabilmente si ripropongono nelle nostre vite. E, tra le strategie difensive più efficaci, due sono fondamentali: l’avanzare delle conoscenze scientifiche e la diffusione la cultura della prevenzione. Strumenti imprescindibili per la costruzione di una società resiliente alle catastrofi naturali.
Comunicare resta la prima forma di prevenzione. Per questo l’INGV opera costantemente nelle comunità locali per la diffusione della cultura dell’autodifesa dai rischi naturali. Campagne informative e manifestazioni tematiche desiderano porsi come campanella culturale al fine di suscitare l’attenzione dei più, evidenziando l’importanza della conoscenza del territorio in cui si vive per essere preparati al prossimo evento che la natura riserva.
Alzando lo sguardo al cielo stellato sopra di noi, il Professor Marco Tavani, Presidente dell’INAF e Ospite d’Onore di questo numero della Newsletter, ci ha offerto la visione del cosmo, settore strategico per l’Italia, la cui presenza nelle stazioni spaziali internazionali è sempre più solida, rafforzata dall’industria che realizza numerose componenti per la stazione internazionale della NASA e dal costante studio dell’Universo, di cui l’INAF è il principale punto di riferimento a livello nazionale.
E le attività spaziali sono fondamentali anche per lo sguardo dell’INGV ovviamente rivolto verso la nostra Terra e lo studio dei suoi fenomeni naturali.
I satelliti in orbita nello spazio, infatti, forniscono una mole considerevole di dati fondamentali per lo studio dell’innalzamento del livello del mare. Per comprendere le variazioni storiche di questo fondamentale indicatore è però necessario integrare questi dati con i rilevamenti sul campo. Ne ‘La Terra racconta’ abbiamo approfondito la conoscenza delle cosiddette ‘successioni aggradazionali del PaleoTevere’, ovvero dei depositi sedimentari rinvenuti all’interno della Tenuta Presidenziale di Castel Porziano a Roma, che sono testimonianze geologiche dei dieci cicli glaciali avvenuti negli ultimi 800.000 anni.
Il costante progresso della tecnologia e la grande versatilità di alcuni strumenti hanno progressivamente fatto sì che anche attività come i rilievi sul campo potessero dotarsi sempre più di tecniche nuove e strumentazioni all’avanguardia. Ne sono un esempio i droni, che negli ultimi anni hanno rivoluzionato numerosi settori anche della ricerca scientifica. Per conoscerne le applicazioni nei nostri studi, abbiamo visitato virtualmente il Laboratorio di Droni dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, scoprendo quanto i sorvoli effettuati da questi strumenti finemente equipaggiati possano essere di grande aiuto non soltanto nel monitoraggio e nella sorveglianza ma anche nella raccolta di campioni di gas.
Gas che, in particolare nelle aree vulcaniche, possono essere massicciamente presenti, soprattutto in caso di eruzione. Ne ‘La Fucina di Efesto’ abbiamo ripercorso le fasi più critiche della spettacolare eruzione che sul finire dello scorso mese di maggio ha interessato il vulcano congolese Nyiragongo, conosciuto dalla comunità vulcanologica internazionale per la sua grande pericolosità legata non soltanto alla tipica fluidità delle sue lave ma anche e soprattutto alle grandi quantità di gas rilasciati e disciolti all’interno del gigantesco lago presente alle sue pendici.
Seguendo il costante filo rosso della conoscenza per la mitigazione dei rischi, è stata realizzata la nuova edizione di “Terremoti e Maremoti. Come conoscerli e ridurre i rischi”, libro presentato nella rubrica ‘Il pennino del sismografo’. Interamente curato ed edito dall’INGV desidera descrivere, come in un racconto, i due fenomeni a un pubblico il più ampio possibile. Terminologia semplice ed efficace, illustrazioni accattivanti e box di approfondimento scientifico sono gli ingredienti fondamentali del volume, in cui non mancano anche le sezioni dedicate al ricordo di alcune delle principali sequenze sismiche che hanno interessato il nostro territorio.
Un territorio straordinariamente ricco che in Campania, ad esempio, si traduce in un laboratorio a cielo aperto con il Vesuvio, i Campi Flegrei e Ischia, raccontati nella voce del Direttore dell’Osservatorio Vesuviano nella rubrica ‘Management and Leadership’.
Anche a settembre, quindi, vi proponiamo un viaggio dallo spazio al centro della terra, seguendo tutte le attività dell’INGV.
Buona lettura!
- Alla scoperta dell’Universo: intervista a Marco Tavani, Presidente dell’INAF
- Terremoti e Maremoti. Un nuovo libro INGV per conoscerli meglio
- Nyiragongo, l’eruzione di uno dei vulcani più pericolosi al mondo
- Tenuta di Castelporziano: laboratorio di studio delle ere glaciali
- Mario Anselmi
- Il Laboratorio di Droni dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV
- Il Drone Siralab SR-X4
- 30 settembre 1789: terremoto in Valtiberina
- L’Osservatorio Vesuviano dell’INGV. Intervista al Direttore Francesca Bianco
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